Il Surface Pro 9 cambia poco rispetto alla generazione precedente, però guadagna i processori Alder Lake di Intel e la frequenza di aggiornamento dinamica dello schermo. La crisi economica ha fatto salire livemente i prezzi e, mai come questa volta, il Surface Pro deve mostrare di cosa è capace grazie alla penna e alla tastiera rimovibile.
La nona generazione del 2 in 1 Surface Pro arriva con la stessa filosofia di sempre, essere un prodotto per una nicchia di utenti che ha bisogno soprattutto di un dispositivo che garantisca una certa agilità d’uso, non tanto per il peso ma per la possibilità di staccare o ripiegare la tastiera e di usare la Surface Slim Pen 2, la nuova penna per scrivere direttamente sullo schermo introdotta con il modello Pro 8 e che si può nascondere all’interno della tastiera che provvede a ricaricarla.
Anche l’esperienza di acquisto è rimasta lo stessa. Microsoft continua a offrire il prezzo di partenza per il solo Surface Pro 9, quindi solo per il dispositivo senza tastiera e senza penna. Ma senza la tastiera e la penna, che ormai dovrebbero essere considerati di serie, il Surface non riesce a esprimere tutte le sue potenzialità, anche perché Windows 11 non è ancora pronto per un controllo solo touch.
C’è però uno scenario importante di cui tenere conto: dato che la tastiera Signature e la Surface Slim Pen 2 sono rimaste le stesse, avere accessori vendibili separatamente permette di limitare il costo dell’aggiornamento al solo nuovo Surface Pro 9, qualora tastiera e penna siano rimaste in ottime condizioni.
Frequenza dinamica dello schermo ma addio al jack audio
Surface Pro 9 quindi è arrivato sul mercato al grido di “strada vecchia non si cambia”, perché lo schermo è rimasto lo stesso ottimo Pixel Sense, un LCD 2880 x 1920 pixel cucito su misura su un rapporto di 3:2, ma c’è comunque una novità: se il Pro 8 aveva un refresh rate a scelta tra 60 Hz e 120 Hz, il Surface Pro 9 si è guadagnato il refresh adattivo tra questi due valori.
Il Surface Pro 9 ha però detto addio alla porta jack, quindi si possono usare solo cuffie Bluetooth o solo cuffie a filo con DAC esterno e collegabile a una delle due porte USB-C 4.0/Thunderbolt 4. Le porte finiscono qui se non si conta la classica Surface Connect con aggancio magnetico per l’alimentazione e la carica della batteria con capacità nominale da 47,7 Wh. L’alimentatore continua ad avere la porta USB-A aggiuntiva da usare per caricare dispositivi esterni. Il Surface può comunque venire caricato da entrambe le porte USB-C a circa 45 W.
Surface Pro 9 è disponibile con processori Intel i5-1235U e i7-1255U e anche in una versione 5G con processore SQ3 derivato dal Qualcomm Snapdragon 8CX Gen 3 su architettura ARM. Noi abbiamo provato il modello con i5, 8 GB di RAM e 256 GB di spazio di archiviazione (di cui 237 GB utilizzabili), provvisto di tastiera Signature Pro e Slim Pen 2.
Se il Surface Pro 8 partiva da 1.299 euro per il solo dispositivo di pari taglio, il Pro 9 inizia da 1.329 euro per la versione base con i5 da 13”: un aumento impercettibile. A cui però si devono aggiungere 189 euro per la tastiera Pro Signature in Alcantara con alloggiamento per la penna, la quale ha un costo di 134,99 euro; per un totale di 1.652,99 euro.
Se c’è una cosa in cui Microsoft primeggia è la qualità costruttiva dei suoi computer. Toccando e usando Surface Pro 9 ci si accorge che, al netto del cambio del dollaro, della recessione e della crisi dei semiconduttori, parte dei 1.329 euro sono giustificati dal progetto complessivo che è di altissimo livello.
Quando la tastiera è ripiegata per nascondere la penna, in modo che sia disposta obliquamente rispetto alla superficie del tavolo, si sente che la tastiera flette un po’ nella zona centrale, ma la digitazione non è mai compromessa e i tasti hanno il rimbalzo e la morbidezza giusti. La qualità della digitazione aumenta se si stende completamente la tastiera facendole toccare la superficie sottostante.
Il trackpad ha le solite dimensioni contenute e, in veste di pulsante, ha il noto tocco “profondo”, così come è netto il suono quando viene premuto. Il più delle volte però verrà usato come touch a sfioramento. Molto buone le scorciatoie tramite i gesti, con il tocco con due dita che funge da tasto destro del mouse e, tra le altre, lo swipe a destra e a sinistra per tornare indietro o andare avanti sui siti web nella navigazione via browser.
Eravamo curiosi di provare la frequenza dinamica dello schermo, ma la differenza tra i 60 e 120 Hz si nota quasi solo con l’utilizzo della penna e del suo cursore sullo schermo: perché i frame del puntatore sono in numero superiore soprattutto quando si scrive o disegna rapidamente. Nell’uso quotidiano e per attività Office e di navigazione, il refresh rate elevato non ha un grande impatto sull’usabilità.
Mantenendo come il Pro 8 la compatibilità con il Dolby Vision IQ, lo schermo mostra ciò che è capace di fare anche con i contenuti video in streaming. La qualità di visione è elevatissima e se si pensa che, staccando la tastiera, si può trattare il Surface come un “TV portatile da 13 pollici”, il dispositivo può essere un ottimo compagno di viaggio per i professionisti pendolari che si spostano in treno o in aereo guardando serie tv o film.
Rimanendo nel campo della riproduzione dei contenuti, si distinguono ancora una volta positivamente i due altoparlanti stereo. Il suono è ricco, gonfio e preciso e sembra impossibile che arrivi da un 2 in 1 spesso solo 9,3 mm. C’è anche la compatibilità Dolby Atmos.
Non si preoccupa dei carichi di lavoro per cui è pensato
Abbiamo usato il Surface Pro 9 soprattutto per lavoro di tipo office con decine di tab aperte nei browser (Firefox o Edge), Word e un uso blando ma costante di Photoshop. Il sistema è stato sempre reattivo anche con il profilo della batteria minimo (Consigliata), e la ventola non è mai entrata in funzione, ma per un prodotto come il Surface, a cui è richiesto di essere portato in giro, ci saremmo aspettati una durata della batteria superiore, sebbene siamo consapevoli di averlo “maltrattato”.
Microsoft vanta un’autonomia per l’i5, 8GB e 256 GB SSD di 15,5 ore, però per questo valore tiene conto anche di un periodo con le app aperte ma inattive e di un periodo di standby non comunicato. Il nostro uso è stato invece ininterrotto e con 1 ora di streaming video (sui siti delle televisioni lineari) su tutti e tre i test svolti con le tre frequenze di aggiornamento dello schermo disponibili: 60 Hz, 120 Hz, e adattivo 60/120 Hz.
Per arrivare al 10% di batteria, con i 60 Hz abbiamo impiegato circa 6 ore e 20 minuti, con i 120 Hz 5 ore e 15 minuti e con la frequenza adattiva circa 5 ore e 40 minuti.
L’i5-1235U ha un PBP (Potenza di base, cioè il vecchio TDP) di 15 W e ha 10 core (2P e 8E) per un totale di 12 thread. Nel test con schermo a 60 Hz, il sistema ha assorbito in media circa 6,55 W e il processore ha lavorato a una frequenza media di circa 1,5 GHz. L’i5-1235U ha una frequenza di base di 2,5 GHz che può spingersi in modalità boost fino a 4,40 GHz per i Performance core.
La batteria si è scaricata in modo progressivo dopo alcune rapide discese nei primi 45 minuti di utilizzo a partire dal 100% di carica, indipendentemente dalla richiesta di lavoro del processore.
La temperatura di utilizzo durante le sei ore e mezza si è mantenuta mediamente su livelli molto bassi: circa 30,4° C quella del processore, considerando che il PC ha funzionato però in un ambiente a circa 17,5 °C di temperatura.
Abbiamo poi provato due lievi stress test: il primo è durato 30 minuti, durante i quali abbiamo convertito inizialmente un file video 1080/30p H.264 da circa 9 minuti con audio AAC in un video 720/30p H.264 convertendo l’audio in MP3 a 128 kbps usando DaVinci Resolve 18, anche per osservare la fluidità di movimento della clip sulla timeline. E poi abbiamo editato con Photoshop parte delle foto di questo articolo e usato lo stesso programma per disegnare a mano con la Slim Pen 2.
Lo stress da 30 minuti ha visto reagire molto bene il Surface Pro 9, con una frequenza del processore che si è mantenuta ancora una volta a circa 1,5 GHz per il rendering del video a 720p, mentre è salita a circa 2,2 GHz per la parte che ha riguardato Photoshop.
Le temperatura si sono alzate, facendo partire la ventola del PC, e toccando i 50° C per il rendering e circa 37° C per l’editing con Photoshop. I consumi con DaVinci Resolve hanno fatto salire la richiesta di potenza fino a circa 20 W.
Durante questo test il Surface ha reagito molto bene, mostrando solo un zoom un po’ scattoso di Photoshop per l’editing con due foto da circa 24 MP su due livelli e altri cinque o sei livelli di regolazione per la stessa immagine. La navigazione della clip da 1080p in DaVinci Resolve è stata sempre fluida.
Il secondo stress test, di 10 minuti complessivi, ha visto ancora protagonista DaVinci Resolve con un file di 5 minuti in 4K/30p H.264 AAC convertito a 1080/30p MP3 128 kbps, aggiungendo un semplice titolo all’inizio del video.
Nello stress test da 10 minuti, la clip in 4K ha messo un po’ in crisi il Surface, con una navigazione in DaVinci Resolve scattosa, ma invece sufficientemente fluida, sebbene con qualche lieve tentennamento, durante la riproduzione. Nei primi 4 minuti di test abbiamo navigato nella clip per poi fare partire il rendering, e lo si vede quando i valori nel grafico assumono generalmente un andamento piatto.
Sebbene l’occupazione totale della CPU abbia testimoniato punte oltre il 100%, in questo test i core sono arrivati quasi a toccare i 3,5 GHz, ma è necessario tenere presente che è una media della velocità dei core. I due Perfromance core sono arrivati a toccare i 4 GHz con due punte di 4,39 GHz. Bisogna inoltre considerare che la scheda Iris Xe di Intel è dotata di encoder e decoder hardware.
La temperatura ha toccato per poco tempo valori sopra i 90° C, ma durante il rendering si è attestata intorno ai 70°C. La ventola è sempre stata in funzione. La potenza richiesta è arrivata a circa 61 W, sfiorando il limite dei 65 W di PL2 in modalità boost.
Il rendering del filmato da 9’16” convertito da 1080p a 720p ha impiegato 6’46”, mentre il video da 5’ in 4K convertito a 1080p ha impiegato 5’34”.
La penna è una goduria
L’uso della Surface Slim Pen 2 è sempre stato soddisfacente. Photoshop ne riconosce ovviamente l’inclinazione e la pressione (laddove i pennelli lo permettano), e abbiamo trovato relativamente facile disegnare con il programma di Adobe.
Inoltre, tra quelle di Microsoft, l’app che appare più pronta alla Slim Pen 2 è la nuova Journal, che restituisce anche un feedback aptico quando si seleziona qualcosa cerchiandolo e premendo il tasto laterale.
Il tasto superiore della penna, come sempre, può essere configurato con un singolo clic, un doppio clic e una pressione prolungata per aprire tre app diverse o catturare una schermata. In più, nelle app di disegno e scrittura il pulsante superiore può essere usato come gomma.
La fotocamera posteriore da 10 MP può acquisire video fino a 4K/30p e scattare foto fino a 10,3 MP con un rapporto di 4:3 oppure 9,1 MP in 3:2 o 8,9 MP in 16:9. La qualità è sufficientemente buona per attività professionali in cui è richiesta una semplice documentazione tramite l’acquisizione di immagini.
La fotocamera può anche scannerizzare un’immagine che contiene del testo in modo che quest’ultimo sia più leggibile; il testo però non sarà selezionabile.
La fotocamera frontale da 5 MP può riprendere a 1080p e ci ha permesso di svolgere videoconferenze di buona qualità. Il sensore Windows Hello è molto veloce ed è sempre gradito trovarlo sui sistemi Windows. Alla prima accensione del Surface Pro 9 a volte ha deciso di non funzionare, ma poi ha sempre dato accesso in un lampo, consentendoci di uscire, per esempio, con facilità da un periodo di standby del PC.
Surface Pro 9
prezzo di listino | 1329 euro € |
Il Surface Pro 9 c’è, il prezzo un po’ meno (se si considerano “gli avversari”)
Il Surface Pro 9 è di fatto il passaggio ai processori Intel di dodicesima generazione del 2 in 1 di Microsoft. Si perde la porta jack audio, ma si guadagna la frequenza di aggiornamento dello schermo dinamico.
Il dispositivo da 13” con i5, 8 GB di RAM e 256 GB di SSD, con la tastiera e la penna ha un peso di 1,172 kg e un prezzo di 1.652,99 euro. Valori che ormai fanno oltrepassare al Surface Pro la soglia di alcuni laptop che offrono la stessa potenza a un prezzo più basso: basta restare in casa Microsoft con il Laptop 5, che ha lo stesso processore, la stessa RAM e lo stesso spazio di archiviazione del Surface Pro 9 ma che è venduto a 1.209 euro.
Ancora più che nelle generazioni precedenti, la differenza del Surface Pro la fanno soprattutto la penna e l’agilità della tastiera sganciabile e ripiegabile.
Il prodotto comunque c’è: è ben costruito, offre prestazioni costanti per ciò che è chiamato a fare e la batteria ha una durata consona a patto che non le si chieda troppo.
Nel nostro utilizzo l’abbiamo torchiata un po’ troppo, ed è possibile che con un “utilizzo più da Surface Pro” si possano avere un paio di ore in più di autonomia.
Abbiamo infierito proprio per il lieve aumento di prezzo rispetto al modello della scorsa generazione, che potrebbe far pensare agli utenti di avere tra le mani un laptop di pari listino, dato che i costi si sono fatti più vicini tra le due categorie di prodotti a parità di prestazioni solo PC; ma questo è un Surface Pro, e chi lo compra deve avere bisogno delle sue caratteristiche principali per riuscire a giustificare la spesa.
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8.2
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9
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9
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8
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8
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7
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7
Cosa ci piace
Qualità costruttiva nel complesso, accessori compresi
Qualità dello schermo e degli altoparlanti
Prestazioni più che allineate alle necessità d’uso
Cosa non ci piace
Prezzo elevato
Tastiera e penna da acquistare separatamente
Peso e prezzo lo avvicinano sempre di più a un laptop di pari listino
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