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Strage di Crotone: 63 morti, arrestati 3 presunti scafisti. Msf: “Da Meloni e Piantedosi uno schiaffo alle vittime”. Il ministro: “La disperazione non giustifica viaggi a rischio”

CROTONE. Salgono a quattro i presunti scafisti fermati dopo la strage di migranti di Steccato di Cutro di ieri mattina. Nella notte – poche ore prima di recuperare altri due corpi – è stato fermato un altro uomo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un altro è stato fermato oggi. Sarebbero tra gli scafisti che erano alla guida del caicco che si è spezzato su una secca davanti alle coste di Steccato, provocando la morte di almeno 63 persone (numero confermato dalla Prefettura, anche se altre fonti parlano di 64 cadaveri) tra cui 13 bambini e 33 donne. Ma si indaga su altri due uomini che avrebbero avuto un ruolo nella traversata. Si tratta di uomini di nazionalità turca e pakistana.

Il corpo di un uomo è stato trovato questa mattina sulla spiaggia ad alcune centinaia di metri dal luogo del disastro, mentre un altro a 3.5 miglia marine dal luogo del naufragio. Un altro cadavere è stato rinvenuto nel pomeriggio. I migranti tratti in salvo sono 81, di cui 59 collocati presso il locale Centro di accoglienza per richiedenti asilo. Ventidue le persone che hanno avuto bisogno di cure mediche al pronto soccorso.

La Procura di Crotone ieri ha aperto un’inchiesta, con le ipotesi di omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra i sopravvissuti ci sono 28 afghani, 16 arrivano dal Pakistan, altri da Iran, Somalia e Palestina. I migranti che non sono stati portati in ospedale sono stati trasferiti ieri sera nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, con l’assistenza di un team di psicologi.

Secondo una prima ricostruzione, l’imbarcazione era partita giovedì mattina, 23 febbraio, da Izmir, in Turchia, con un carico di cittadini iracheni, iraniani, afghani e siriani. A bordo almeno 180 persone che per questo viaggio avevano pagato circa 2.500 euro. Arrivati sulle rive di Crotone, la nave si è imbattuta su una secca e si è spezzata in due. Le ricerche in mare sono proseguite per tutta la notte, con due motovedette della Guardia costiera.

Cottarelli: “Per Piantedosi meglio stare zitto”

«Cara presidente Meloni, alla luce di quanto da lui dichiarato dopo il disastro nel Crotonese, se proprio non si può fare di meglio, consiglierei almeno un corso di comunicazione per il ministro Piantedosi. Sarebbe anche piuttosto semplice: stare zitto. Grazie». Così su Twitter il senatore del Pd Carlo Cottarelli.

Piantedosi: “Le mie dichiarazioni sono state strumentalizzate, è vergognoso”

«Ribadisco la posizione del Governo e il fatto che ci sia stata speculazione su alcune dichiarazioni che sono state del tutto decontestualizzate. È una cosa già successa». Lo ha detto Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, nel punto stampa a Parigi, dopo aver incontrato il suo omologo francese Gerald Darmanin. «Dispiace che in questo momento di tragedia di cui ho testimoniato la sensibilità mia e del governo a Cutro, ci sia un vergognoso livello di strumentalizzazione – ha affermato – è stata messa in discussione la mia posizione sulle partenze da fermare in relazione alla disperazione delle persone».

Tajani: “Ingiusto incolpare il governo, siamo impegnati nei soccorsi”

«È inutile dare la colpa al governo, alla guardia di finanza e la guardia costiera. È inutile ribaltare le responsabilità, la responsabilità è del criminale» che traffica in esseri umani. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg4 dopo il naufragio di Cutro. Tajani ha difeso anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Ha dato sempre disposizione di salvare le vite in mare», mentre guardia costiera e guardia di finanza hanno «salvato migliaia di vite» in mare, quindi gli attacchi sono «ingiusti».

Recuperato il cadavere di una ragazzina di 14 anni

E’ il corpo di una bambina, dall’apparente eta’ di 14 anni, con capelli neri e ricci, quello recuperato nel pomeriggio di oggi nelle acque di Steccato di Cutro, dove all’alba di ieri e’ avvenuto il naufragio di un barcone carico di migranti. A ritrovarlo sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco, a qualche centinaio di metri dalla riva, che lo hanno portato a terra e consegnato agli uomini della Capitaneria di porto. Le vittime attualmente sono 63 ma si cercano altri dispersi.

“I superstiti sono molto provati”

I superstiti del tragico naufragio di ieri mattina «stanno cercando, piano piano di metabolizzare quanto accaduto in mare». A raccontarlo all’Adnkronos è Ignazio Mangione, della Croce Rossa, responsabile del Cara di Capo Rizzuto dove si trovano i superstiti. «Sono ancora molto provati – dice – visto il trauma subito». Sono molte le storie tragiche raccolte dalla Croce Rossa. «Ci sono genitori che hanno perso i figli e figli rimasti orfani- racconta Mangione – c’è ad esempio una ragazza rimasta sola perché si era sposata poco prima di partire dall’Afghanistan e nel naufragio è morto il compagno». C’è una équipe multidisciplinare che si occupa dei superstiti, come spiega Mangione. «E stiamo raccogliendo i contatti delle famiglie che ci chiamano dai paesi di origine», spiega.

La polizia scientifica lascia il Palasport

La Polizia scientifica ha appena lasciato il Palasport di Crotone dopo avere terminato le ispezioni sulle vittime del naufragio di ieri che sono sistemate all’interno della struttura.

Piantedosi: “La disperazione non giustifica viaggi a rischio”

“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo ai giornalisti dopo la strage di migranti in Calabria.

Piantedosi: “In queste condizioni i migranti non devono partire”

Naufragio nel Crotonese, Piantedosi: “In queste condizioni migranti non devono partire”

Sempre grave il migrante in rianimazione

Restano gravi le condizioni del migrante ricoverato in rianimazione all’ospedale di Crotone. Ai partecipanti alla riunione del Centro di coordinamento dei soccorsi aperto in Prefettura era giunta la notizia del decesso, e alcuni lo avevano riferito all’esterno. Un successivo controllo effettuato dallo stesso organismo ha poi portato alla smentita della notizia.

Medici Senza Frontiere: da Meloni e Piantedosi uno schiaffo alle vittime

“Lo dico con il rispetto che si deve alle vittime, con il dolore per quanto avvenuto e anche con la ferma intezione, come richiesto dalla presidente Meloni, di non speculare su queste tragedie. Ma non possiamo non dire con rabbia che le prime dichiarazione della premier Meloni e del ministro Piantedosi sono poco più di un triste scaricabarile, un ennesimo schiaffo sul volto delle vittime e dei sopravvissuti di questa tragedia”. Lo ha detto Marco Bertotto, direttore dei programmi di Msf Italia durante la conferenza stampa sul naufragio di Crotone. Ad oggi, prosegue Bertotto – la rotta più pericolosa è quella del Mediterraneo centrale, e questo è il motivo per il quale non siamo concentrati su quel tratto di mare. Il team Msf di Lesbo due settimane fa ha preso contatti con gruppi di sopravvissuti a naufragi avvenuti davanti alle coste greche. Possiamo attenderci che anche questa rotta diventi pericolosa e dobbiamo pensare a come far fronte a questa necessità”.

L’ex parroco di Lampedusa: “Non dovete piangere, ma fare scelte politiche serie”

“Stavolta il ‘carico residuale‘ si è versato in mare. Non dovete piangere, dovete fare scelte politiche serie. Non dovete piangere, dovete aiutare chi salva le vite se non volete salvarle voi”. A scriverlo su Facebook è don Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, dopo l’ennesima strage di migranti a largo delle coste di Crotone. Secondo una stima ancora provvisoria le vittime sono 62, tra cui decine di donne e bambini. Il parroco, che nel post fa riferimento all’espressione utilizzata nei mesi scorsi dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e finita al centro della polemica, da sempre è impegnato sul fronte dell’accoglienza. Nel 2019 dormì per giorni sul sagrato della chiesa di San Gerlando a Lampedusa, avvolto nella coperta termicca, in segno di solidarietà ai migranti bloccati a bordo della Sea Watch. Oggi, che guida la comunità ecclesiale di Racalmuto (Agrigento), torna a chiedere “vie legali e sicure” d’ingresso in Europa per chi fugge da guerra e povertà.

In preghiera davanti alle bare

(ansa)

Vescovo e musulmani in preghiera al Palamilone

Una preghiera interreligiosa spontanea. È quella a cui hanno dato vita, all’uscita dal Palamilone di Crotone dove sono state sistemate le bare dei migranti morti nel naufragio davanti alle coste di Steccato di Cutro, il vicepresidente della Cei mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e delegato Migrantes dei vescovi calabresi e un gruppo di cittadini di fede musulmani che vivono a Crotone e che si erano raccolti davanti all’edificio. In mezzo a fiori, palloncini, peluche appesi alla cancellata del Palamilone e davanti alla struttura in queste ore ha sostato e sta sostando tanta gente desiderosa di rendere omaggio a quelle vittime innocenti scappate dai loro paesi per cercare una speranza di vita in Europa. Una processione continua di persone. Di crotonesi, calabresi, cittadini stranieri che vengono a portare fiori e pregare davanti ai cancelli del palazzetto dello sport. Tra i mazzi di fiori anche quello dell’Amministrazione comunale di Catanzaro. Sono arrivati in tanti nonostante non si possa entrare perché la polizia scientifica sta eseguendo sui cadaveri i rilievi per poter procedere ad un riconoscimento. “Sono ancora morti senza nome” ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che ha annunciato l’allestimento di una camera ardente appena verranno completate le operazioni della polizia. Fuori dal cancello è venuto anche Khalid, un giovane marocchino che stende verso la Mecca il suo giubbotto e inizia a pregare. Vive in Italia da sempre è arrivato con i genitori in modo regolare. “Dobbiamo capire – ha detto – che questi fratelli partono per la disperazione perché altrimenti quale genitore metterebbe i figli su una barca se non per disperazione? Se non capiamo questo siamo tutti morti”. Alle 18, davanti al Palamilone, si terrà una fiaccolata indetta dalle associazioni del terzio settore.

Arrestato uno degli scafisti fermati

Uno dei tre presunti scafisti fermati la notte scorsa con l’accusa di avere guidato l’imbarcazione naufragata davanti alle coste di Steccato di Cutro (Crotone) si trova piantonato dai carabinieri all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. L’uomo, di nazionalità turca, da ieri lamenta dei malori, da qui la decisione di portarlo in ospedale. Ma, come apprende l’Adnkronos, oggi sarà dimesso e portato in carcere. Dovrebbe essere interrogato nelle prossime ore dal magistrato.

Nel pomeriggio presidio contro la disumanità

Si terrà questo pomeriggio, a partire dalle 18, davanti al Palasport di Crotone, dove sono state sistemate le bare delle 62 vittime del naufragio di migranti di ieri a Steccato di Cutro (Crotone), un presidio “contro la disumanità”. A organizzarlo un gruppo di cittadini di Crotone, arrivati al Palasport con un cartello bianco molto grande con su scritto: “Presidio contro la disumanità” e in piccolo “ore 18, 27 febbraio”. Sono decine i cittadini di Crotone che da ore si fermano davanti ai cancelli del Palasport per lasciare dei fiori o per rendere omaggio con una preghiera.

Il sindaco di Crotone: “Gli scafisti sono criminali efferati che gettano persone in mare”

“Gli scafisti sono dei criminali efferati che gettano persone in mare, senza farsi alcuno scrupolo”. A dirlo è il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, arrivato al Palasport della sua città per rendere omaggio, con un mazzo di fiori, alle 62 vittime accertate del naufragio. “Noi saremo pure gli ultimi in classifica tra le città – dice – ma certamente siamo tra i più accoglienti, qui non si verificano episodi di razzismo”

Fedriga: fondamentale fermare i trafficanti

“Bisogna fare una considerazione molto chiara, esistono dei colpevoli, che sono i trafficanti di esseri umani. Chi vuole farsi i milioni di euro o dollari sulla pelle di persone che poi possono morire in mare deve essere perseguito, bisogna fermare le partenze illegali, che purtroppo provano questi drammi”. All’indomani della strage di Crotone, secondo Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, è fondamentale intervenire nei confronti di chi favorisce le traversate. “Il Mediterraneo si è trasformato in un cimitero in molti casi” aggiunge “e c’è una responsabilità ben precisa. L’Europa, mi auguro che possa collaborare, che lavori insieme per fermare il traffico di esseri umani”.

Migrantes, cordoglio e sconcerto per i morti a Cutro

“Non possiamo più vedere immagini strazianti come quelle viste dai soccorritori ieri in Calabria”, continua monsignor Felicolo. Mentre sulle spiagge di Steccato di Cutro si procedeva a raccogliere ciò che resta di un uomo, di una donna, di un bambino senza vita, all’ospedale sono stati accolti i superstiti, quelli, racconta la direttrice Migrantes della diocesi di Crotone-Santa Severina, suor Loredana Parisi, nel disastro hanno riportato ferite, anche gravi. Tra queste persone “la disperazione di una donna, molto provata e ferita, che incessantemente chiama la figlia morta che non ha potuto salvare…Dal reparto di pediatria le urla sono di una piccola bambina, anche lei ferita, anche lei piange e si dispera perche’ cerca una mamma che non può più rispondere. Intere famiglie sono morte in quest’orrore, tutte accomunate dal desiderio di una vita migliore”.

L’Azione Cattolica, serve un nuovo “Mare Nostrum”

L’Azione cattolica italiana esprime “forte dolore e cordoglio per l’ennesima tragedia del mare che ha visto coinvolti migranti e molti bambini davanti le coste crotonesi. Non può e non deve lasciarci indifferente. È ora che l’Europa faccia qualcosa”. Quanto al recente decreto sulla gestione dei flussi migratori, Azione cattolica sottolinea: “Rimaniamo perplessi da un impianto legislativo basato esclusivamente sulla ‘burocrazia dei numeri’ e il tetto massimo dei flussi migratori, come se i migranti che sbarcano disperati sulle nostre coste non avessero vite e volti, capaci anche, come ormai tutte le analisi socioeconomiche ci dicono una volta integrati, di produrre ricchezza per questo nostro Paese e diventare un volano positivo per la natalità, che produce numeri allarmanti”. “Chiediamo dunque a Governo, Parlamento e Istituzioni comunitarie, ascoltando anche il grido che proviene dalla società civile e dal mondo cattolico, una nuova operazione Mare Nostrum che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi; l’apertura stabile e proporzionata di vie di ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari”, conclude la nota di Ac,

Amato (M5s): “Da Piantedosi parole di rara inumanità”

“Ieri sera a Crotone il ministro Piantedosi, a poche ore da una tragedia immane, ha pronunciato parole di rara inumanità . dichiara il deputato M5S Gaetano Amato -. La colpa secondo lui è tutta di chi parte, ignorando le ragioni che spingono a fare una scelta così rischiosa. Come ha potuto esprimersi così davanti a 60 morti tra cui 14 bambini? Da un ministro della Repubblica ci saremmo aspettati parole più prudenti e capaci di cogliere il senso profondo di una tragedia che richiama la politica, in Italia come in Europa, alle sue responsabilità”.

Occhiuto: spero in una presa coscienza dell’Ue

“L’Europa purtroppo è stata spesso l’Europa degli egoismi nazionali e non ha considerato che le frontiere non possono essere abbandonate a sé stesse”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, intervenuto ad Agorà Rai Tre, rispondendo alla domanda se si senta confortato dalle parole delle istituzioni europee dopo la tragedia di Steccato di Cutro.

Sulla spiaggia le poche cose dei superstiti

Giacche, maglioni ancora fradici, scarpe. Capi di abbigliamento addossati ad una recinzione e sparpagliati su un campo vicino. Il giorno dopo la tragedia del barcone carico di migranti naufragato sulla spiaggia di Steccato di Cutro, è questa la testimonianza tangibile della tragedia. Sulla spiaggia, i resti del barcone sono stati spostati dal mare decine di metri più a sud. Oggi il mare continua a essere mosso ma è niente in confronto a ieri quando ha raggiunto forza 4. Sul posto continuano ad operare i soccorritori, Guardia costiera, vigili del fuoco e le forze dell’ordine che continuano a perlustrare la costa ed il mare in cerca dei dispersi. Ricerche che da stamani saranno condotte anche con un drone dei volontari della protezione civile.

Recuperati altri tre corpi

Altri tre corpi sono stati recuperati poco fa durante le ricerche dei dispersi del naufragio del barcone davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro (Crotone). Prima è stato trovato il corpo di un uomo a poche centinaia di metri dal naufragio, il secondo era in mare ed è stato recuperato da motovedetta della Guardia costiera. Infine, il terzo a diverse miglia dal naufragio. Sono al momento 62 le vittime accertate.

Bandiere a mezz’asta in Regione: “Grazie ai soccorritori”

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha disposto di far abbassare a mezz’asta le bandiere sulla facciata di Palazzo Campanella, sede dell’Assemblea calabrese in segno di lutto per l’ennesima tragedia dei migranti nel Mediterraneo che ha provocato decine di morti tra cui anche donne e bambini. “Nell’esprimere il cordoglio del Consiglio regionale per le vittime e nel ringraziare i soccorritori per l’impegno solerte che hanno immediatamente dispiegato, auspico – sottolinea il presidente Mancuso – che l’Unione Europea e la comunità internazionale assumano finalmente la responsabilità di governare i flussi epocali di migranti, perché tragedie come quella davanti le coste crotonesi non abbiano più a ripetersi”.

Il capo dei sommozzatori: ‘Difficile trovare ancora superstiti”

David Morabito era anche a Lampedusa, quel 3 ottobre del 2013, quando un’altra imbarcazione colò a picco davanti alle coste. Quella volta i morti furono 368. “Ma ogni volta è come se fosse la prima volta – dice all’Adnkronos – sono tragedie umane. Io sono padre e vedere quei corpi di bambini senza vita è ogni volta un colpo al cuore”. Morabito era anche sulla nave Costa Concordia. Altri morti, altre tragedie. Altri bambini senza vita. Tra i corpicini recuperati ieri a Cutro anche quello di un neonato. Il volto del capo dei sommozzatori dei Vigili del fuoco si rabbuia. “Sono tragedie che non possono non toccare anche noi soccorritori”. Al momento è per i sommozzatori impossibile immergersi sott’acqua, perché le condizioni del tempo sono proibitive qui a Steccato di Cutro. David Morabito è di nuovo sul campo base. “Poi, alle 12 ci sarà l’avvicendamento con i colleghi di Taranto”, dice. Ieri, per tutta la giornata, sono andati avanti le ricerche nella speranza di trovare ancora qualche superstite. “Purtroppo – racconta Morabito – abbiamo trovato solo corpi senza vita, o spiaggiate o in mare. Li abbiamo issati dall’acqua con le moto d’acqua e poi portati sulla imbarcazione Sar”. C’era anche un elicottero che ha avvistato diversi corpi in mare. I sommozzatori sperano che il tempo migliori, così potranno fare immersioni e provare a trovare qualche disperso sul fondo del mare. La giornata è ancora lunga, ma le speranze di trovare qualche superstite sono sempre più affievolite.

Il lutto del premier del Pakistan: molti connazionali annegati a Crotone

“Le notizie sull’annegamento di oltre due dozzine di pakistani sono profondamente preoccupanti. Ho chiesto al Ministero degli Esteri di accertare i fatti il prima possibile e dare fiducia alla nazione”. Lo ha detto il primo ministro pachistano, Muhammad Shehbaz.

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