TEL AVIV. Almeno 10 persone sono state ferite da colpi d’arma da fuoco in una sparatoria nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme. Lo hanno riferito fonti del Pronto soccorso Magen David Adom, secondo cui 7 sono morte. L’assalitore, il 21enne Alkam Khairi, un palestinese residente a Shuafat, nella parte est della città, è stato «neutralizzato».
Gerusalemme, sparatoria in una sinagoga: i colpi uditi in lontananza
L’uomo ha sparato davanti alla sinagoga del quartiere e poi è scappato a bordo di una vettura verso una zona vicina a prevalenza araba della città. Raggiunto dagli agenti, ha sparato ai poliziotti prima di essere colpito a sua volta. Fonti della polizia hanno detto che le forze di sicurezza sono a caccia di possibili fiancheggiatori dell’attentatore.
Intanto, in tarda serata, le forze di difesa israeliane hanno arrestato i genitori del giovane. I militari hanno circondato la su casa nel quartiere di A-Tur a Gerusalemme est, poche ore dopo l’attentato. L’attentatore era nipote di Alkam Khairi, di cui portava il nome. Il nonno, un operaio edile, fu pugnalato a morte da un colono nel 1998.
Il movimento islamista Hamas, che governa de facto l’enclave, ha festeggiato attraverso gli altoparlanti delle moschee. Nell’enclave costiera si sono sentiti anche spari nell’aria mentre numerosi automobilisti suonavano il clacson gridando «Dio è grande».
La polizia israeliana ha definito l’attacco come «terrorista», termine solitamente utilizzato in Israele per qualsiasi attacco commesso da palestinesi per motivi nazionalisti. L’attentato arriva nel mezzo di un’escalation del conflitto israelo-palestinese. Oggi Israele ha bombardato la Striscia di Gaza come rappresaglia per il lancio di diversi razzi dall’enclave costiera, il giorno dopo che dieci palestinesi erano rimasti uccisi in Cisgiordania, nove dei quali durante un raid delle truppe nel campo profughi di Jenin.
«Una operazione eroica»: così la Jihad islamica ha definito l’attacco compiuto in un rione ortodosso di Gerusalemme da un attentatore palestinese mentre Hamas ha affermato che si è trattato di una «vendetta per i morti di Jenin». Riferendosi ai 9 palestinesi rimasti uccisi ieri a Jenin in scontri con l’esercito e al successivo lancio notturno di razzi verso Israele il portavoce della Jihad islamica, citato dai media, ha aggiunto che l’attentato odierno «dimostra che si è saldato un fronte unico che include Gerusalemme, la Cisgiordania e Gaza».
Gli Usa condannano l’«orribile» attacco terroristico: lo ha detto il portavoce del dipartimento di stato americano Vedant Patel, precisando che per il momento non sono previsti cambiamenti nel viaggio del segretario di stato Antony Blinken in Israele. Il Governo italiano «condanna con forza il vile attentato terroristico di Gerusalemme ed esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza allo Stato d’Israele e a tutto il suo popolo» si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Sono sconvolto dalla notizia dell’attacco alla sinagoga di #Gerusalemme, durante lo Shabbat. Un atto di terrore, ancora più orrendo nel giorno in cui commemoriamo la Shoah. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle vittime e ai loro cari.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) January 27, 2023
Intanto, secondo quanto riferiscono i media palestinesi, è in corso un blitz delle forze israeliane all’interno del campo profughi di Shuafat, a nord-est di Gerusalemme, dove viveva il sospetto principale dell’attentato. Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir è stato accolto da espressioni di collera al suo ingresso nel rione ortodosso di Neve Yaakov: «Morte agli arabi! Morte ai terroristi» hanno scandito i dimostranti in direzione di Ben Gvir, che è il leader del partito di estrema destra Otzmà Yehudit (Potenza ebraica). «Ora la responsabilità ricade su di te» hanno aggiunto. Ben Gvir ha replicato: «Avete proprio ragione. Il governo deve reagire».
È stato «uno dei peggiori attentati degli ultimi anni» ha detto il commissario di polizia, Kobi Shabtai, giunto sul luogo dell’attacco. «Il terrorista ha iniziato a sparare a distanza ravvicinata a chiunque incontrasse». Secondo Shabtai, «sono stati uccisi anche coloro che erano arrivati a vedere cosa era successo». Di fronte alle polemiche, già serpeggianti e sollevate da parte di alcuni dei testimoni, sul fatto che la polizia sarebbe arrivata tardi, il commissario ha assicurato che «entro cinque minuti dalla chiamata, è giunta sul posto una squadra di agenti». Sul luogo dell’attentato, dopo il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gabir, è arrivato anche il primo ministro Benjamin Netanyahu. Il primo ministro ha assicurato che il governo, valutata la situazione, agirà «con decisione», e ha invitato i cittadini a «non farsi giustizia da soli».