Si tratterebbe di un falso allarme quello relativo al presunto caso di vaiolo delle scimmie per cui nelle scorse ore era stato lanciato dal San Martino di Genova.
Il caso sospetto è stato rilevato in una giovane 24enne genovese rientrata nei giorni scorsi da un viaggio alle Canarie, ricoverata poi al policlinico genovese per tutte le verifiche necessarie. Ebbene: queste avrebbero dato un risultato negativo per la malattia ricercata.
“Il laboratorio del San Martino ha comunicato ad Alisa che si è trattato di un falso allarme – ha spiegato il presidente e assessore alla Sanità, Giovanni Toti – Tutti i protocolli sono stati per tempo avviati con tutte le procedure più opportune, tra cui un periodo di osservazione all’interno della clinica universitaria in modo che non vi siano dubbi a riguardo“.
“La differenza col Covid in fatto di trasmissibilità è nettamente marcata – ha spiegato il professor Ansaldi, commissario di Alisa – Il suo Rt è normalmente al di sotto dell’1, quindi si dice che i cluster di questa malattia tendono ad autolimitarsi“.
“Con la riunione dei dipartimenti interaziendali delle malattie infettive e dei servizi – ha aggiunto quindi Ansaldi dopo aver esplicato le caratteristiche della malattia – è stato attivato il protocollo operativo che consente di effettuare diagnosi tempestive, utilizzando il laboratorio di riferimento per eseguire il test molecolare che ha caratteristiche analoghe a quelle della struttura nazionale dello Spallanzani di Roma. Per la gestione dei contatti stretti, come da protocollo nazionale, è previsto un sistema di sorveglianza della durata di tre settimane, anche se ci troviamo di fronte ad una malattia a trasmissione diretta, quindi che alle nostre latitudini si diffonde attraverso contatti stretti tra umani“.
“Il test come detto è risultato ad un primo esame negativo” ha spiegato il dottor Matteo Bassetti affermando come a far pensare al vaiolo fossero le lesioni sulla cute della giovane, “assolutamente compatibili dal punto di vista clinico“.
“Il caso resta comunque sospetto e manderemo i campioni all’istituto di riferimento, l’Ospedale Spallanzani. In ogni caso la macchina organizzativa messa in moto da Alisa perché ha funzionato, perché su modello Covid i casi non verranno centralizzati ma gestiti dai reparti di Malattie Infettive” ha concluso Bassetti.