Roma, 15 feb — Le algide politiche di «inclusione» e di rispetto delle «diversità» Disney non risparmiano nemmeno la famiglia di paperi più amata dai bambini: ecco che la mannaia censoria della woke polizei del colosso americano si abbatte sul povero Zio Paperone, che a quanto pare, oltre ad essere spilorcio, è pure razzista.

La Disney censura Zio Paperone

E invece, da una meticolosa scansione dei fumetti di Don Rosa, autore della Saga di Paperone de’ Paperoni, è emersa la magagna politicamente scorretta a causa della quale due storie non verranno più ripubblicate. Si tratta di Il sogno di una vita (2002) e del penultimo capitolo della SagaIl cuore dell’impero (1994), dove fa la propria comparsa il personaggio di Bombie il gongoro, dalle esagerate, fumettistiche fattezze congoidi (il termine sarebbe un altro, ma transeat). Fattezze che hanno messo in allarme i revisori Disney dal momento che «Come parte del suo costante impegno per la diversità e l’inclusione, The Walt Disney Company sta rivedendo la propria libreria di storie».

Lo zombie che non piace agli woke 

Ed è stato subito bollino rosso per il gongoro, che nella storia è uno zombie, un morto vivente resuscitato con la magia vudù (altro «stereotipo» che probabilmente ha fatto storcere il naso ai censori dai capelli fucsia). Appare per la prima volta nella storia di Carl Bark intitolata Paperino e il feticcio, pubblicata nel 1949, dove è disegnato ricoperto di cenci stracciati, come si conviene agli zombie, e con tratti facciali caricaturali, così come vengono rappresentati in maniera caricaturale anche lo stregone che lo rianima e gli altri membri della tribù.

La Disney non indica chiaramente il motivo alla base della cancellazione, ma conosciamo abbastanza i nostri polli, anzi, in questo caso i nostri paperi, per azzardare l’ipotesi di cui sopra. Il che risulta abbastanza grottesco, dal momento che Il cuore dell’impero è una storia con una forte morale anti colonialista, dove zio Paperone è messo in cattiva luce quando tenta di distruggere la tribù africana per il proprio tornaconto economico.

Cristina Gauri

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