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Schlein, una rivoluzione e molte incognite | Liguria Business Journal

Schlein, una rivoluzione e molte incognite

Ora può succedere di tutto. La vittoria di Elly Schlein ha molte componenti, alcune, almeno in apparenza, in contrasto tra loro. La nuova segretaria del Pd ha ribaltato il voto degli iscritti, che aveva nettamente premiato Stefano Bonaccini. Con lei, femminista, ecologista, già sostenitrice di Pippo Civati, antirenziana perde peso non solo il Pd blairiano avviato da Renzi ma soprattutto quello tradizionale delle coop, dell’asse tosco-emiliano, dell’establishment formato dai big dell’ex Pds e della Margherita e avanza il partito della borghesia metropolitana, attento ai diritti civili e ai movimenti.

Nulla è sicuro. Intanto, come la prenderanno gli sconfitti, che avevano vinto il responso dei circoli e se lo sono visto ribaltare alle urne delle primarie, dove hanno votato anche i  non iscritti? E dove ha vinto una tipica figura del “partito delle Ztl”? Bonaccini ha subito dichiarato la sua volontà di sostenere la nuova segretaria, la base e  i dirigenti intermedi non sembrano così decisi, stanno a guardare. Non è detto che la sostengano, dipenderà dalla capacità di Schlein di coinvolgerli, cioè di aprire a una gestione unitaria. Ma le promesse di novità fatte dalla vincitrice durante la campagna elettorale non sembrano aprire questa prospettiva. D’altra parte la vittoria della giovane segretaria ha molti padrini tra gli anziani notabili, a partire da Franceschini. Che si può ipotizzare che non desiderino vedersi spazzati via insieme ai loro sostenitori.

La vittoria di Schlein potrebbe lasciare spazio a Renzi e Calenda: gli elettori liberali, moderati, cattolici potrebbero trasferirsi  altrove, e i primi  dissensi si registrano già tra i dirigenti del partito di area moderata che temono di perdere la loro base di consensi.

Beppe Fioroni, uno dei cattolici che avevano contribuito a formare il Pd, ha annunciato l’addio a TV 2000. «È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari e la Margherita – ha spiegato -. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione . Per questo abbiamo dato vita ad un nuovo network dei cattolici e democratici “Piattaforma popolare – Tempi nuovi” per farla diventare la casa di tutti quei popolari e cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati». «Vogliamo ripartire dai territori e ridare una speranza affinché queste idee e valori possano essere trasmessi ai nostri giovani e possano contribuire alla costruzione di un mondo migliore. Nel Pd rientrano Bersani e Speranza – ha concluso Fioroni – che erano usciti perché il Pd era troppo di centro ed oggi si trovano a casa loro in un partito di sinistra, noi costruiamo una nostra area per continuare ad essere orgogliosamente quello che siamo sempre stati».

Un altro esponente del Pd moderato, che gode di grande stima anche tra l’opinione pubblica di centrodestra, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ha dichiarato a Omnibus su La7: «Ora Elly dovrà avere le capacità di valorizzare le diverse energie che si trovano nel Pd. Un partito con diverse fratture, con forti differenze territoriali tra Nord e Sud, generazionali, di cultura politiche che sarà importante tenere insieme e tutto questo dipende da lei, da come affronterà alcuni nodi fondamentali: terrà la posizione atlantista o no? Terrà la linea Letta sull’Ucraina o no? Sarà pragmatica sul lavoro che non è solo difesa dei salari ma anche creazione di lavoro o no?”. “Se sarà così il Pd sarà il mio partito. Io le faccio molti auguri, vedo anche gli aspetti delle potenzialità di quello che è riuscita a fare. Certamente però ci sono anche dei rischi»,

La fuoriuscita o la messa in ombra delle componenti moderate potrebbe però rafforzare l’immagine di partito nuovo della sinistra, capace di riconquistare la nuova generazione che   il Pd ha perso. E M5S, che secondo le prime dichiarazioni di Roberta Lombardi, assessore del Lazio alla Transizione ecologica,  considera la vittoria di Elly Schlein «una buona notizia per la politica del nostro paese» potrebbe scoprire che il nuovo Pd  andrebbe a riprendersi quello spazio perduto dal Pd moderato e draghiano di Letta a vantaggio dei grillini.

Vediamo ora la figura di Elly Schlein ricostruita dall’agenzia Dire.

CON SCHLEIN UN PD FEMMINISTA ED ECOLOGISTA

E non solo di facciata: da quando Schlein è diventata un volto noto della politica italiana, ha sempre rivendicato l’importanza della tutela dei diritti delle donne. Che insieme all’attenzione per l’ambiente sono i capisaldi del centrosinistra a trazione femminista ed ecologista che la nuova leader promette di rappresentare e che ha convinto oltre il 53% degli elettori che domenica 26 febbraio si sono recati ai gazebo a scegliere lei e non Stefano Bonaccini, che nel congresso dem è entrato Papa ed è uscito cardinale.

LA VITA PRIVATA

Nel 2020 Schlein fa coming out durante l’intervista alla trasmissione ‘L’assedio’ di Daria Bignardi: “Sto con una donna e sono felice finché mi sopporta“, dichiara. E in chiusura della campagna elettorale per le ultime elezioni politiche, riprende in chiave critica il famoso slogan di Meloni ‘Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana’: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”.

LE ORIGINI DI ELLY SCHLEIN

La nuova segretaria del Partito democratico è nata (nel 1985) e cresciuta in Svizzera. Il suo vero nome è Elena Ethel e la prima fase della sua vita si è svolta a Lugano. Il padre Melvin è un politologo statunitense di origini ebraiche, la madre Maria Paola Viviani è una professoressa universitaria di Diritto. Dopo aver terminato le superiori in Svizzera, Schlein si è trasferita a Bologna, dove si è laureata in Giurisprudenza.

Elly ha due fratelli maggiori: Benjamin è un matematico e Susanna è una diplomatica, attualmente di stanza ad Atene dove lo scorso dicembre è stata vittima di un attentato. Pochi giorni dopo a Roma sono apparse anche minacce degli anarchici contro Susanna Schlein.

I PRIMI PASSI IN POLITICA

Dopo aver partecipato da volontaria alle campagne elettorali di Barack Obama del 2008 e del 2012, Schlein si fa notare per la prima volta in seguito alla mancata elezione di Romano Prodi al Quirinale. È il 2013 e la futura segretaria, insieme ad altri giovani esponenti dem, fonda il movimento OccupyPd, che arriva a occupare fisicamente alcuni circoli democratici per manifestare il proprio dissenso contro i ‘franchi tiratori’ e la strategia delle larghe intese.

L’ELEZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

Alle primarie del Pd del 2013 sostiene Pippo Civati e nonostante quest’ultimo chiuda terzo dietro Renzi e Cuperlo, viene eletta nella segreteria dem. Nel 2014 si candida con il Pd alle elezioni europee e viene eletta a Strasburgo con oltre 53mila preferenze. L’anno seguente decide di abbandonare il partito perché in disaccordo con la direzione di Renzi, aderendo alla formazione Possibile di Civati.

IL RUOLO DI VICE-BONACCINI

Terminato il mandato di europarlamentare, Schlein decide di non ricandidarsi alle Europee e punta sulle Regionali in Emilia-Romagna del 2020. Che sono un vero successo a livello personale: Elly risulta la candidata di lista più votata nella storia delle elezioni della regione, con oltre 22mila preferenze. Per questo, il governatore rieletto Stefano Bonaccini la nomina vicepresidente della Regione Emilia Romagna e le affida le deleghe al Welfare e al Patto per il clima.

L’ELEZIONE IN PARLAMENTO E IL RITORNO NEL PD

Dopo la fine prematura della XVIII legislatura in seguito alla caduta del governo Draghi, Schlein si candida come indipendente e capolista nel collegio plurinominale Emilia Romagna 02 e viene eletta alla Camera dei deputati. Seguono le dimissioni da vicepresidente della Regione e la decisione di correre per la segreteria del Partito democratico dopo l’annuncio di dimissioni di Letta.

Schlein ufficializza la sfida a Bonaccini il 4 dicembre 2022 al ‘Monk’ di Roma. E dopo essersi tesserata alla storica sede della Bolognina e aver chiuso al secondo posto nel voto dei circoli (ma è prima nelle grandi città), ai gazebo travolge il presidente della Regione Emilia Romagna e diventa la nuova segretaria del Pd.

LA SFIDA A MELONI

Nel suo primo discorso da leader dem, Schlein ha subito lanciato la sfida: “Saremo un bel problema per il governo di Giorgia Meloni. Da oggi noi daremo un contributo a organizzare l’opposizione in Parlamento e in tutto il Paese a difesa dei poveri che il Governo colpisce e non vuole vedere“. I due partiti italiani che hanno ricevuto più voti alle elezioni politiche sono guidati da donne: una storica prima volta per il nostro Paese. lanciando però una frecciata ai rivali politici: “Spero che l’elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro”. Perché anche se le elezioni politiche si sono tenute appena cinque mesi fa, la sfida per il futuro è già aperta. Ed è a tinte rosa.

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