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Riforma delle pensioni, anticipo di 4 mesi per ogni figlio: per le donne si va verso la formula 58-35 – Secolo d'Italia


13 Feb 2023 19:51 – di Lucio Meo

Sulla riforma delle pensioni il governo abbozza le prime ipotesi e oggi, nell’incontro con Cgil, Cisl, Uil e Ugl dedicato al futuro di donne e giovani, ha iniziato dalla valorizzazione della maternità. L’intervento allo studio, profilato nel corso del tavolo tecnico al ministero del Lavoro, infatti, prevederebbe la possibilità, per le donne, di accedere al pensionamento, con 4 mesi di anticipo per ogni figlio. Uno sconto che si stima costerebbe, nell’ipotesi massima, circa 700 mln di euro e che sarà al centro, in tempi rapidi, di un incontro di valutazione con il Mef con cui il ministro del Lavoro, Marina Calderone, è in stretto contatto. La possibilità di anticipare il pensionamento di 4 mesi a figlio, da cui è esclusa Opzione Donna che seguirà canali diversi, è già nelle possibilità previste dalla riforma Dini ma solo nel caso di pensioni calcolate con il contributivo puro. L’intenzione del governo invece sarebbe quella di allargare la platea anche a chi andrà in pensione con il sistema misto.

Le pensioni in funzione anche della famiglia e delle donne

Su Opzione donna, invece, ancora tutto da definire anche se la volontà dei sindacati di ripristinare i criteri di accesso senza condizioni (58 anni di età e 35 di contributi) sembra essere apprezzata dal governo che però è alle prese con i conti per garantire le coperture finanziarie necessarie. Anche su questo il ministero avrebbe disegnato comunque tempi brevi per una definizione più articolata del futuro provvedimento.

E sempre con un occhio rivolto alle donne ma non solo, il governo ha anche ipotizzato la possibilità di eliminare o ridurre il tetto minimo di 1,5 volte l’assegno sociale fissato per accedere alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo che finisce con il penalizzare i lavori frammentari, e le donne in particolare. Al centro del confronto anche i giovani dalle carriere discontinue e dal futuro previdenziale fortemente incerto: il ragionamento che è sembrato emergere è quello di voler procedere sulla strada di una integrazione al minimo.

Sul tavolo infine anche un passaggio dedicato alla previdenza complementare: sarebbero allo studio del governo infatti anche incentivi in favore dei familiari per rafforzarne l’efficacia. E’ stata inoltre confermata la volontà di ricostituire la Commissione ad hoc per analizzare la possibilità di separare la spesa previdenziale da quella assistenziale. Un’analisi però già compiuta dalla Commissione voluta dall’ex ministro Orlando i cui lavori finirono, negli anni scorsi, con l’escludere questa possibilità, chiesta a gran voce dai sindacati, come non praticabile in quanto non scorporabile.

Il governo prosegue la concertazione con i sindacati

Il round governo-sindacati si è chiuso infine senza una calendarizzazione al momento di nuovi incontri. Il tavolo comunque ha registrato reazioni sindacali differenziate. Se la Cgil parla di un “incontro assolutamente interlocutorio da cui non sono emerse risposte su Opzione donna”, da leggere come un “segnale che non fa ben sperare sulla credibilità e la serietà di un percorso che avrebbe ben altra ambizione”, come spiegato dal segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, la Cisl parla di “una valutazione positiva” e giudica “un’apertura del governo” lo sconto figli per il pensionamento anticipato. Giudizio per ora ‘attendista’ invece per la Uil di Pierpaolo Bombardieri. “Il governo ha messo sul tavolo una prima intenzione di modificare le norme previste dalla legge di bilancio su Opzione donna. Stanno lavorando per modificare l’attuale impostazione ma non ci hanno specificato se si tratti di un ulteriore modifica o del ripristino delle norme scadute il 31 dicembre scorso. Ci daranno una risposta nei prossimi giorni perché stanno interloquendo con il Mef sulle risorse necessarie. Bisogna però passare dalle dichiarazioni ai fatti e noi quelli aspetteremo”, conclude.

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