“Nella provincia della Spezia la tendenza è in linea con quella nazionale: nel 2022, per la prima volta, i reati contro il patrimonio commessi online hanno superato quelli analoghi avvenuti su strada”. Lo ha detto Alessandro Carmeli, dirigente del Compartimento Liguria del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica (Polizia Postale) a margine della campagna “Una vita da social” che oggi ha fatto tappa in piazza Matteotti a Sarzana, per sensibilizzare giovani e cittadinanza sui rischi connessi al Web. “Si registrano numerosi tipi di truffe che riguardano diverse fasce d’età – ha aggiunto – compreso il fenomeno del trading online con chi investe in criptovalute senza sapere la vera identità dell’interlocutore che propone “l’affare”, magari si pensa di parlare con un promotore finanziario quando invece si ha a che fare con truffatore. Durante la pandemia – ha proseguito – sono sicuramente cresciuti i dati relativi ai reati contro la persona, anche a causa dell’aumento della condivisione di materiale sessualmente esplicito”. Contenuti sessuali che, anche per quanto riguarda i minori, possono portare a fenomeni come la “Prostituzione 2.0” con la commercializzazione sulla Rete del proprio corpo.
“Bisogna capire che gli smartphone sono come delle Ferrari con potenzialità enormi – ha sottolineato invece l’ispettore superiore Rosario Izzo della Sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Spezia – l’invito ai genitori è di controllare tutto ciò che fanno i loro figli. Abbiamo la sensazione che molte famiglie stiano delegando troppo alle istituzioni, dalla scuola in poi, educazione e nozioni che invece devono partire proprio dalle mura domestiche perché noi possiamo essere di supporto ma solo in una fase successiva. Il primo nucleo di protezione intorno al minore è proprio la famiglia, però come ho potuto notare anche di recente, in un istituto spezzino dove si sono presentati solo quindici genitori su seicento ad un incontro specifico, ci sono dei vuoti che noi non possiamo colmare. Questo mondo in continua e velocissima evoluzione, espone la cosiddetta “Generazione Z” non solo a fenomeni di cyberbullismo ma anche al rischio di adescamento da parte di pedofili che possiamo orma distinguere fra chi segue istinti sessuali e chi intende invece monetizzare sfruttando anche le chat dei videogiochi. Non bisogna più temere le caramelle offerte dagli sconosciuti come si diceva un tempo, bensì le richiesta di amicizia sui social. Lasciare i propri figli in casa o in camera da soli davanti allo schermo del computer o di uno smartphone può essere rischioso”.
Uso consapevole dei social network che dovrebbe riguardare tutte le fasce di utenti, come confermato dall’ispettore superiore ormai prossimo alla pensione ma pronto a mettere le conoscenze acquisite negli anni a disposizione della Croce Rossa e del sociale. “Parliamo di un mondo vastissimo – ha concluso Izzo – che bisogna saper gestire. Le pagine Facebook sarzanesi? Sono attivissime, fin troppo visto che ci sono decine di procedimenti penali aperti per cose scritte senza le dovute cautele”.
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