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Pipero – Roma – Secolo d'Italia

15 Feb 2023 0:01 – di Redazione

Pipero
Corso Vittorio Emanuele II, 250 – 00186 Roma
Tel. 06/68139022
Sito Internet: www.piperoroma.it

Tipologia: ricercata
Prezzi: antipasti 32€, primi 32€, secondi 45€, dolci 20/25€
Chiusura: Domenica; Sabato e Lunedì a pranzo

OFFERTA
Il sodalizio fra Alessandro Pipero, Achille Sardiello e Ciro Scamardella – rispettivamente patron, responsabile di sala e cantina e chef – continua a dare risultati eccellenti ponendo questo indirizzo ai vertici della ristorazione regionale. Venire qui significa vivere un’esperienza a tutto tondo, fatta di accoglienza magistrale, cucina che emoziona ed eleganza non ingessata. La proposta è ricercata, con piatti che colpiscono per il perfetto equilibrio coniugato a sapori ben definiti, con l’ulteriore nota di merito, verificata in occasione della nostra ultima visita, di una squadra ben rodata che riesce a supplire all’assenza dello chef senza che il cliente se ne accorga. La proposta prevede la possibilità di ordinare à la carte oppure di optare per il percorso degustazione “Carta Bianca” di 7 portate a 140 euro. Plauso, in avvio, per la consegna insieme al menù della carta degli aperitivi, così da rendere il cliente edotto sul loro costo. Tante le carinerie iniziali a partire dai Piperitz, versione gourmet del famoso snack proposto in versione classica e al pomodoro, seguiti da una serie di finger food fra i quali segnaliamo il porco di Pipero (due sfoglie con dentro ciauscolo e crema di funghi), il bao ripieno di coda alla vaccinara e la bruschetta con burro montato al limone. Partenza vera e propria con la deliziosa crema di patate con capperi, olive e origano servita con focaccia, vera istigazione alla scarpetta; note fresche a richiamare i piatti estivi, per le sferette di anguria su salsa di pomodoro con timo e cipolla. Gran piatto l’insalata d’amare con gelatina di polpo, maionese di pesce, gamberoni e tartufi di mare, terminati con una salsa di lattuga di mare, un riuscito gioco di consistenze e un’esplosione iodata al palato. Si torna alla terra con un ormai grande classico della cucina di Scamardella, la zolla di manzo con mandorle e acetosa, in pratica una tartare tagliata grossolanamente con note di affumicatura a dare complessità. Eccellente, forse miglior piatto della serata, il trancio di ricciola fritto con glassa sud-orientale, misticanza e zenzero a lamelle a dare una nota piccante dosata con maestria, la stessa dimostrata nella fregola con vongole e cocco nel garantire il giusto apporto di quest’ultimo ingrediente. Altra grande interpretazione il risotto burro e alici, con il pesce adagiato sul piatto e proposto in tre consistenze, terminato al tavolo con il risotto (sarebbe stato perfetto con un filo di sale in più) messo sopra al tavolo. Succulento, passando ai secondi, l’agnello servito con una nespola fredda a pulire la bocca, seguito da una rivisitazione delle pesche al vino come pre-dessert e dai due dolci, uno zabaione con granita di mandarino monopolizzato da quest’ultima accompagnata da una mini-brioche e la golosa maiolica di Sorrento con meringa, noce decorticata e crema al limoncello. Chiusura con un ottimo espresso realizzato con una miscela della torrefazione Lelli di Bologna, seguito da appaganti coccole finali (piccola pasticceria).

AMBIENTE
Sviluppato a L, con il lato corto all’ingresso che ospita un salottino e il lato lungo a seguire per la sala vera e propria a cui si aggiunge quella più piccola e riservata al piano superiore, risulta molto elegante e raffinato, con i tavoli ben spaziati e dimensionati, quest’anno arricchiti da un cubo di Rubik a disposizione dei clienti.

SERVIZIO
Da riferimento, estremamente professionale e al tempo stesso alla mano, fluido e disponibile: racchiude in sé la precisione che ci si aspetta nell’alta ristorazione e l’allegria che spesso invece manca. Impossibile non essere a proprio agio.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net

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