Roma, 19 feb – Pechino prova a influenzare la guerra in Ucraina e a generare un processo diplomatico. Un’azione su cui la Cina sta insistendo particolarmente negli ultimi giorni, probabilmente per “distrarre” le potenze occidentali dall’affare di Taiwan, ma che trova davanti a sé la diffidenza americana.

La Cina si espone. Il governo di Pechino, finora molto cauto, adesso parla esplicitamente di fine della guerra. Come riporta Tgcom24, alla conferenza di Monaco sulla sicurezza a parlare è il consigliere di Stato cinese Wang Yi, il quale ha esplicitamente affermato: “La guerra deve finire”. Nessuna indicazione concreta ma solo una dichiarazione di intenti. Aggiungendo, poi che “Siamo dalla parte del dialogo, la pace deve avere una chance”. Inoltre, per Wang, “si deve evitare un disastro nucleare”. La Cina, teoricamente molto vicina alla Russia, finora non si è sbilanciata troppo in favore del Cremlino. Probabile che pesi, in affermazioni ufficiali come questa, l’interesse a concentrare le attenzioni occidentali sull’Ucraina in luogo della crisi con Taiwan. Non è un caso che Wang, rispondendo a una domanda dell’ambasciatore Wolfgang Ischinger che chiedeva rassicurazioni proprio sull’arcipelago e sulla mancata invasione cinese, abbia affermato: “Io posso assicurare a questa platea che Taiwan è parte del territorio cinese. Non è mai stato uno Stato autonomo e non lo sarà neanche in futuro. Non è la Cina a voler cambiare questo status quo, ma forze separatiste a Taiwan. Noi dobbiamo impegnarci contro il separatismo”.

La diffidenza americana e l’attendismo italiano

Le dichiarazioni cinesi non sembra siano piaciute molto agli americani, probabilmente troppo interessati a mantenere un peso specifico sulla questione che non sia insidiato da un diretto concorrente, quale Pechino indubbiamente è. Ed ecco che, sempre da Monaco, il vicepresidente Kamala Harris replica con freddezza, puntando sulle relazioni tra la Cina e il Cremlino: “Gli Stati Uniti sono preoccupati dal fatto che Pechino abbia approfondito le sue relazioni con Mosca dall’inizio della guerra”. Per questo, ogni mossa della Cina “per fornire un sostegno letale alla Russia non farebbe altro che premiare l’aggressione, continuare a uccidere e minare ulteriormente un ordine basato sulle regole”. Per il presidente della Commissione Difesa tedesca, Agnes-Marie Strack-Zimmermann, l’annuncio cinese è “una storia per distrarre da quello che accade nel mare indocinese”, dunque anche a Taiwan.

Il governo italiano, dal canto suo, è più cauto ma possibilista. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si limita a dichiarare disponibilità nell’ascoltare eventuali proposte cinesi: “”Vediamo cosa esattamente conterrà il piano cinese”, il quale è “positivo che ci sia, perché la Cina svolge un ruolo importante nei confronti della Russia”.

Alberto Celletti

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