Genova. Partirà in maniera molto blanda l’ordinanza antismog del Comune di Genova che entrerà in vigore domani – mercoledì 1° marzo – già alleggerita dalle numerose deroghe introdotte dalla giunta Bucci dopo l’ondata di proteste. Le parole d’ordine, almeno nei primi giorni, saranno tolleranza e sensibilizzazione. Anche perché manca ancora un tassello fondamentale: la segnaletica da installare nei numerosi varchi delle due aree concentriche definite dal provvedimento.
“Ci sarà tolleranza finché non saranno posizionati tutti i cartelli, finora ne sono stati messi una trentina su un centinaio – spiega l’assessore alla Polizia locale Sergio Gambino -. Ci vorranno almeno due settimane. Per ora faremo solo un lavoro di informazione: se fermeremo auto e moto non in regola, non scatteranno sanzioni ma verrà spiegata l’ordinanza. In questi giorni la nostra preoccupazione è che i cittadini vengano a conoscenza delle nuove norme”.
Dopodiché, una volta trascorso il periodo di rodaggio, la linea non sarà comunque quella della repressione: “Non ci saranno posti di blocco o controlli mirati – assicura Gambino -. Chiaramente se la polizia locale noterà un veicolo vetusto verificherà l’anno di immatricolazione”. Ai sensi dell’articolo 7 del codice della strada, che regola i provvedimenti di sospensione o divieto della circolazione, la multa per chi viola l’ordinanza andrà dagli 87 euro ai 344 euro.
In realtà i correttivi predisposti dal Comune e inseriti nella versione finale del provvedimento dovrebbero scongiurare un impatto troppo brusco: dalla proroga di quattro mesi per i mezzi commerciali alla perimetrazione dell’Area 1 che consente alla maggior parte dei veicoli di raggiungere i parcheggi di interscambio, dalle eccezioni per chi si muove per motivi di salute a quelle per chi è in attesa di ricevere un mezzo nuovo già ordinato fino alla possibilità di iscrivere un’auto o una moto obsoleta al registro storico, su cui l’Aci tuttavia ha espresso oggi forti dubbi.
L’esordio, insomma, sarà piuttosto soft. Ma nei prossimi mesi i divieti dovranno diventare più stringenti per non vanificare un intervento che è sostanzialmente imposto dalla legge regionale scaturita dalle sanzioni europee per il superamento dei livelli di biossido di azoto. Una strategia che vede pareri contrapposti anche tra addetti ai lavori: se gli esperti dell’Università di Genova intervistati da Genova24 attribuiscono al traffico le maggiori responsabilità per l’inquinamento atmosferico, gli ultimi dati della Regione dicono l’opposto, dando ragione a chi sostiene che sia più urgente “spegnere” i fumi delle navi in porto.