Roma, 11 feb – Tomaso Montanari non perde occasione per attaccare duramente la destra, per poi lagnarsi se qualcuno decide di rispondergli altrettanto duramente. Nel caso di specie, Montanari – chiamato dall’Itis “Galileo Galilei” di Arezzo a tenere una lezione sull’art. 9 della Costituzione – dopo aver definito la Patria una “parola vecchia e polverosa” e l’Inno Nazionale “virilista, bellicista e maschilista”, ha deciso di scagliarsi contro il Blocco Studentesco che lo ha contestato.

Montanari, la Patria e la cultura del piagnisteo

Laico confronto verbale in laico Stato, professore. Talmente ovvio da non essere colto dall’impareggiabile Fatto Quotidiano, giornale per cui il professore scrive e che ha rilanciato subito: “Intimidazioni dell’ultradestra”. Ma come, un professore di sinistra attacca di continuo la destra, stronca l’Inno di Mameli e poi si lamenta se un movimento studentesco non di sinistra lo critica? Evocando, per giunta, un clima ostile a suo avviso generato da un volantino? Esilarante.

Sembra un tuffo nella cultura del piagnisteo, magistralmente descritta ante litteram nel capolavoro di Robert Hughes. Correvano gli anni Novanta e il critico d’arte australiano stigmatizzava l’estremismo correct del progressismo americano che ha poi travolto l’Europa, senza peraltro assolvere le ottusità dei conservatori d’Oltreoceano. Onestà intellettuale rara da rinvenire nella galassia intellettò della sinistra italiana, assiepata nel corridoio dell’indignazione anni Settanta, allorquando – restando sempre alle derive avviate negli States – la penna più sarcastica del new journalism stroncava i rivoluzionari da salotto che, per sostenere le Black Panthers, organizzarono un party nell’attico di Leonard Bernsterin a Park Avenue. Irriverenze disallineate, non è con Tom Wolfe che Montanari si fermerebbe a riflettere, prima di indulgere in soporifera lamentazione.

A proposito di Costituzione

Perché sì, parliamo dello stesso Montanari che sul Giorno del Ricordo se ne uscì così, con disdicevole amenità: “E’ una legge dei neofascisti. Secondo me andrebbe cancellata”. Avanti con le sparate da cancel (without) culture, professore. Ci attendiamo a questo punto la sua richiesta di cancellazione dell’art. 52 della Costituzione. Se lo ricorderà? Inizia così: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Patria, con la P maiuscola, da difendere. La stessa Patria che Montanari ha definito parola “vecchia e polverosa” di fronte agli studenti di una scuola superiore di Arezzo.

In tutto questo il Blocco Studentesco, alle accuse via Twitter e Fatto Quotidiano, ha risposto così a Montanari:

“Caro professore, il nostro volantino era volto a mettere in luce l’approccio propagandistico con il quale sono stati liquidati temi come la Patria (“parola vecchia e polverosa”, sue parole) e l’Inno Nazionale (“virilista, bellicista e maschilista”, sempre sue parole), peraltro a pochi giorni dalla Giornata del Ricordo, ricorrenza che secondo sue passate dichiarazioni “è una legge dei neofascisti che andrebbe cancellata”. Stia tranquillo professore, nessuno vuole minacciarla, intimidirla, o impedirle di fare conferenze di tipo alcuno, semplicemente assisteremo alle sue uscite considerandole per quello che sono: uno spettacolo comico. Tuttavia, siamo pronti a rivedere il nostro giudizio sulle sue invettive, essendo per noi lo scontro dialettico uno strumento vitale per la preservazione del libero pensiero. La invitiamo dunque a tenere con noi un dibattito sull’articolo 9 della Costituzione, che a noi piace eccome. Sarà un’occasione anche per analizzare insieme il concetto di Nazione. Sappiamo che quella appena citata non è la modalità di confronto da lei prediletta professore, più propenso ai comizi senza contraddittorio, ma pensiamo possa quantomeno servire a far trasparire il reale clima che si respira ad Arezzo: quello del dibattito e del dialogo civile. Da professore, di fronte a una contestazione da parte di alcuni studenti, dovrebbe cogliere l’occasione per confrontarsi con loro. Dunque, cosa fa Montanari, accetta o continua a sparare bischerate via social?”.

Propendiamo per la seconda, ma anche noi siamo pronti a ricrederci e rilanciamo: cosa fa professore, accetta il confronto? Ad occhio e croce potrebbe essere una bella occasione anche per parlare dell’art. 52 della Costituzione, non trova?

Eugenio Palazzini

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