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Moebius – Milano – Secolo d'Italia


8 Feb 2023 0:01 – di Redazione

Moebius
Via Alfredo Cappellini, 25 – 20124 Milano
Tel. 02/36643680
Sito Internet: www.moebiusmilano.it

Tipologia: creativa
Prezzi: tapas singole 15€, menù degustazione 90€
Chiusura: mai

OFFERTA
Ispirato nel nome al fumettista francese Jean Giraud, più noto con lo pseudonimo di Moebius, questo locale è caratterizzato da una cucina sperimentale che vede nelle tapas il fulcro della proposta gastronomica. Lo chef italiano Enrico Croatti ha lavorato molto tempo in Spagna e rientrando nel proprio paese ha fatto suo il concetto di tapas, realizzando piccoli assaggi che, nel menù, sono disponibili sia singolarmente (15€ a tapas) che in degustazione (6 tapas a 90€). Per pochi fortunati c’è anche lo chef’s table, un tavolo in cucina che permette di mangiare guardando la brigata al lavoro, con 9 portate, cocktail e vini in abbinamento, a 250€ tutto incluso. Gradevoli gli appetizers di benvenuto composti da una simpatica variazione di pane e olio con croccante di semi di girasole e finta oliva da spalmare, un’alga nori con finta mandorla di salicornia, un piccolo kumquat con uova di salmone su plastica edibile, bon bon di baccalà e da un cono croccante con crema di cacio (pecorino di fossa) e pepe. Tra le tapas in carta abbiamo scelto la piada anarchica ai frutti di mare composta da una tartare di capasanta con royale di cozze e da una mini piadina con lattuga e alga nell’impasto ripiena di lumachine di mare che, a nostro avviso, non si sposava bene con la tartare dall’intenso sapore iodato; mangiate separatamente, invece, sono risultate più gradevoli. Molto buoni gli agnolotti (più piccoli del formato classico) ripieni di ossobuco e conditi con una fonduta di parmigiano, piselli e ristretto di ossobuco, nel menù disponibili anche in versione vegetariana. Tra le tapas del giorno abbiamo assaggiato il petto di piccione cotto a bassa temperatura avvolto in una panure di cacao, coriandolo e caffè, con la nota di quest’ultimo a emergere al primo boccone per poi lasciare spazio al sapore della carne. Interessante anche la “sepia negra asiatica y caviar”, nella pratica dei piccoli dadolini di seppia mantecati con pasta di riso (a simulare un risotto) e caviale essiccato messo sopra: mangiando il primo boccone si scopre una salsa di cocco e lime che dona freschezza al tutto. Un piccolo cilindro ghiacciato di carota e cioccolato bianco da sciogliere lentamente in bocca ha preannunciato il dessert vero e proprio: un delizioso croccante di cioccolato e sale, quenelle di gelato al cioccolato e aria di margarita. Con il caffè leggermente sottoestratto e non particolarmente complesso nell’aroma è stata servita della piccola pasticceria, mentre, prima di andare via, si viene invitati a salutare la brigata della cucina e ci si commiata con un piccolo drink solido da mangiare tutto in un boccone, nel nostro caso un fresco gin lemon.

AMBIENTE
Il grande spazio è stato ristrutturato in chiave post-industriale ed è caratterizzato da uno stile moderno, con la sala al piano terra adibita a tapas bistrot, con una formula più easy, adatta anche a degli aperitivi, e la sala superiore, “sospesa” al centro, riservata al ristorante sperimentale. C’è anche uno spazio esterno per le serate estive. Di impatto la bottigliera in cemento con tantissime referenze di distillati che vengono utilizzati per preparare i vari drink.

SERVIZIO
Preciso e curato, un po’ impostato nei modi per il maître-sommelier, più sciolto e naturale per il simpatico cameriere.

Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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