“Lo sguardo della caduta-Agostino e la superbia del secolarismo” di Marcello Pera | Liguria Business Journal

“Lo sguardo della caduta-Agostino e la superbia del secolarismo” di Marcello Pera

La mattina del 22 marzo 2016, a Bruxelles, due attentati rivendicati dall’Isis, organizzazione terrorista di fondamentalisti islamici, provocò 31 morti e oltre 230 feriti. Nel pomeriggio, all’improvviso, le campane della biblioteca dell’Université Catholique di Louvain, cittadina a 30 km da Bruxelles, intonarono “Imagine”, storico brano di John Lennon, come omaggio alle vittime degli attentati.

Il testo della canzone è noto, ne ricordiamo qui l’inizio, significativo: “Imagine there’s no heaven/ It’s easy if you try/ No hell below us/ Above us only sky/ Imagine all the people/ Livin’ for today/ Ah/ Imagine there’s no countries/ It isn’t hard to do/ Nothing to kill or die for/ And no religion, too/ Imagine all the people/ Livin’ life in peace”.

Si dice che John Lennon abbia avvicinato la sua canzone al Manifesto del Partito comunista di Marx, non sappiano cosa ne pensino i teorici del marxismo, in ogni caso la lettura di “Imagine”, che ha venduto milioni di copie ed è stata scelta dall’Università Cattolica di Lovanio per rispondere alla strage islamista fa intuire con immediatezza perché Marcello Pera abbia sentito il bisogno di scrivere questo libro, “Lo sguardo della caduta-Agostino e la superbia del secolarismo” (edito da Morcelliana).

“In Occidente – scrive Pera nella premessa in cui spiega perché ha scritto questo saggio e, prima, “Critica della ragion pura. La modernità e il cristianesimo di Kant – ci troviamo in una profonda rottura con la tradizione e il principale fattore di questa situazione è la secolarizzazione sempre più diffusa e esasperata del cristianesimo con la conseguente sua lenta emarginazione. Interrogare Agostino e Kant mi è sembrato allora d’obbligo perché, io penso, essi furono sollecitati da situazioni simili alla nostra. Superbi, secondo Agostino, i filosofi antichi, con la loro idea che l’uomo può costruirsi una vita felice e dotarsi dello Stato ottimo con le sue sole forze (…) Superbi, secondo Kant, i filosofi moderni con la loro idea che la ragione umana può fare tutto da sé (…) Ma superbi anche noi oggi (…) ai quali carta fondamentale della cultura cristiana e dunque dell’Occidente, come è stata definita la Città di Dio, appare superata. Secolarismo, scientismo, liberalismo, ecologismo, neo-umanesimo, trans-umanesimo, diritti individuali senza doveri, tolleranza senza limiti, costumi senza confini, linguaggi purificati, opere dell’ingegno mortificate, storia censurata o cancellata: questo e altro sono i nuovi dèi pagani ai quali tributiamo i nostri sacrifici, culti, riti individuali e di massa”.

Riflettendo su queste somiglianze fra situazioni di ieri e di oggi, e sui fallimenti di ieri e di oggi, Pera “conversa” con Agostino, interrogandolo sui limiti della ragione, sulla fondazione religiosa dello Stato e in primo luogo sul ruolo della fede in un mondo secolarizzato che proclama, come quello pagano, la sua autosufficienza. Una conversazione che coinvolge chi legge, e invita a proseguire nella riflessione: “Se la nostra conversazione si chiude qui – conclude lo studioso – è solo perché da qui dobbiamo ricominciare”.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *