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Le antiche cisterne di Genova, alla scoperta del sottosuolo di Castelletto (Foto)

 Dopo la nascita del progetto di creare una mappa del sottosuolo di Genova a cura del SIT – Sistemi Informativi Territoriali della Direzione Tecnologie Digitalizzazione e Smart City, avviato con l’esplorazione della cisterna di piazza Fontane Marose, di epoca medievale, Antonio Travi della pagina Facebook “Il sottosuolo di Genova e oltre” ha colto la palla al balzo per raccontare la storia delle cisterne della nostra città e ha candidato la propria associazione per collaborare alla riscoperta del sottosuolo e dei suoi chilometri di cunicoli.

Il post inizia con un po’ di storia delle cisterne di Castelletto: “Castelletto ha subito moltissime trasformazioni per la sua posizione strategica: il primo vero castello fu quello francese, di Boucicault, riedificato a fine del 400 fino ad arrivare a metà del 1800 quando l’ultimo Castelletto venne raso al suolo. 

Il sottosuolo invece per molte cose è rimasto invariato, si conoscevano solo 2 grosse cisterne, una con volta a crociera, l’altra minore con volta a botte. Quella che non si conosceva era questa terza cisterna, che abbiamo avuto modo di poter visitare grazie alla disponibilità del proprietario che ancora ringrazio. La cisterna è profonda 11 metri larga 4 lunga 14 metri. 

Ma perché ci sono così tante cisterne? Beh, senza andare troppo in là con il tempo, nelle case e nei palazzi non esisteva l’acqua corrente, non esisteva il classico rubinetto, e nasceva la necessità di poter accedere a delle fonti d’acqua in maniera facile e veloce. Iniziarono così la costruzione di tantissime cisterne, sia in abitazioni private che nei palazzi. Nel palazzi esisteva una sorta di buco nei vari piani nel quale veniva fatto passare un secchio, in quelle private, spesso  una finestra a mezza altezza. Tante di queste cisterne erano collegate tramite invasi, tubi e gallerie di svariate misure, che sarebbe il caso di studiare e approfondire, come i rii tombinati, come i bunker, come le fogne, come le gallerie antiaeree, come l’antico Acquedotto (di cui abbiamo riscoperto alcuni tratti), l’acquedotto Marino, vecchi bastioni sepolti, e una miriade di gallerie”.

 

Il post prosegue con un appello: “Il sottosuolo di Genova non sono solo 5 siti da esporre, sono centinaia di km di cunicoli… e sono quasi tutti da visitare, da studiare, da mappare. Ci sono svariate associazioni che potrebbero collaborare gratuitamente per queste riscoperte, senza oneri davvero, noi siamo 30 anni che lo facciamo. 

Anche in questa occasione, per portarvi in questa cisterna e per inserirla nel database delle cavità artificiali, non ci ha pagato nessuno, nessuna pubblicità, nessun onore.

Stiamo aspettando la risposta del nostro sindaco, sperando ci dia modo di accedere al sottosuolo pubblico, per poter gratuitamente riscoprire le tante meraviglie di Genova”.

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