​Il ​senior vice president per l’area Europa presso l’Albright Stonebridge​ spiega come e perché la risposta europea ai sussidi americani è ancora troppo carente. Per questo le imprese possono dare il loro contributo. Meno male che comunque il dialogo tra Usa ed Europa prosegue​

Palla alle imprese. Quando mancano cinque giorni al Consiglio europeo chiamato a pronunciarsi sul piano di sussidi alle imprese alternativo all’Inflation reduction act americano, è tempo che le aziende facciano la loro parte per contribuire il più possibile al miglioramento del pacchetto, il quale poggia essenzialmente su due pilastri: primo, un fondo da alimentare con debito comunitario e, secondo, un solido arsenale di aiuti per la green economy. Il tutto mentre tra Bruxelles e Washington prosegue il dialogo per cercare di smussare il più possibile gli spigoli tra i due rispettivi pacchetti.

Di questo è più che convinto Erik Brattberg, senior vice president per l’area Europa presso l’Albright Stonebridge group, il network di advisor intitolato all’ex segretario di Stato americano, Madeleine Albright. Brattberg è autore di un report dedicato proprio alla questione dell’Ira. Che è “un campanello d’allarme per l’Europa, vista la prospettiva di perdere competitività nei confronti di Stati Uniti e Cina in materia di tecnologia verde”, si legge nel documento.

POTERE DELLE IMPRESE

Ecco che però le imprese del Vecchio continente sono chiamate direttamente in causa. “Il dibattito europeo ha iniziato a spostarsi l’attenzione sull’elaborazione di una propria risposta all’Ira. La Commissione europea ha presentato le sue idee per una strategia industriale dell’Ue per la tecnologia verde, che sarà oggetto di un acceso dibattito tra i leader nei prossimi mesi. Molti dettagli, però, rimangono irrisolti. Le imprese devono prestare molta attenzione alla strategia industriale emergente dell’Europa per la green tech e prepararsi a fornire input e idee costruttive su come l’Ue e gli Stati Uniti possano gestire meglio l’allineamento dei rispettivi approcci”.

Non è tutto. “Finora le proposte (dell’Europa, ndr) sono vaghe e richiedono una significativa modifica da parte degli Stati membri dell’Ue, probabilmente in una o più riunioni notturne del Consiglio europeo con i capi di governo nei prossimi mesi”, spiega ancora Brattberg. “Mentre i dibattiti continueranno nelle prossime settimane e mesi, le imprese probabilmente avranno opportunità di plasmare la conversazione”.

NEL NOME DEL DIALOGO

Di sicuro, sullo sfondo, rimane il dialogo sotterraneo tra Stati Uniti ed Europa. “L’Unione europea ha cercato di evitare una lotta commerciale con l’amministrazione Biden. Al punto che i colloqui tra i funzionari dell’Ue e degli Stati Uniti, per affrontare le preoccupazioni sollevate dall’Ira hanno prodotto alcuni progressi sui sussidi alle autovetture. E nelle prossime settimane è possibile che ne vengano fatti altri passi in avanti”.