Migliaia di sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto il Congresso brasiliano, sede di Senato e Camera dei Deputati. Si sono radunati nell’area sfondando il blocco istituito dalla Polizia Militare e invadendo la rampa e l’area superiore del palazzo, arrivando al tetto. I media brasiliani riferiscono che hanno portato con loro bastoni e pietre, rompendo tutte le finestre del primo piano e occupando alcune sale, tra cui quella dell’assemblea plenaria e della Corte suprema.
Le forze dell’ordine avevano tentato invano di respingere gli attacchi, sparando gas lacrimogeni e ordigni stordenti, e ora stanno dirigendo un blitz sparando proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri, mentre funzionari del governo attendono le forze aeree per lasciare la zona. Secondo i media locali la polizia ha ripreso il controllo degli edifici della Corte suprema e del palazzo della presidenza e, mentre sono ancora impegnati a far sgomberare i sostenitori di Bolsonaro dal Congresso, i primi rivoltosi sarebbero già stati arrestati.
Brasile, una folla di sostenitori di Bolsonaro invade il palazzo del Parlamento: l’inizio dell’assalto
L’attacco è messo in atto dai sostenitori di Bolsonaro, che non accettano la vittoria di Lula alle ultime presidenziali. Il presidente Da Silva si trova ad Araraquara, nello stato di San Paolo, per esaminare i danni causati dalle forti piogge che hanno colpito la zona negli ultimi giorni. Lo aveva anche annunciato sul suo profilo ufficiale Twitter questa mattina.
Il presidente Lula: “Fascisti, saranno identificati e puniti”
Lula ha tenuto una riunione di emergenza con i ministri, e ha poi tenuto una conferenza stampa condivisa sui propri social.
«Quelli che chiamiamo fascisti – ha detto – la cosa più abominevole della politica, hanno invaso il palazzo e il Congresso. Pensiamo che ci sia stata una mancanza di sicurezza, ma i rivoltosi saranno identificati e puniti. E scopriremo chi sono i loro finanziatori».
«La democrazia garantisce il diritto alla libera espressione – ha continuato – ma richiede anche alle persone il rispetto delle istituzioni. Non ci sono precedenti nella storia del paese di quello che hanno fatto oggi». Il presidente ha fatto sapere che sta valutando l’intervento dell’esercito e ha ordinato la chiusura del centro di Brasilia, dove si trovano gli edifici amministrativi e governativi, per 24 ore, in attesa che la guardia nazionale ripristini l’ordine. Ha inoltre decretato l’intervento federale a Brasilia fino al 31 gennaio, attaccando poi i responsabili della sicurezza dell’area: «Chi doveva occuparsi della sicurezza non l’ha fatto, per incompetenza e malafede». Il governatore del distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, ha intanto annunciato la destituzione del suo segretario alla sicurezza, Anderson Torres. L’ultima stoccata di Lula è diretta a Bolsonaro: «Diversi discorsi dell’ex presidente hanno incoraggiato tutto questo. La responsabilità è anche sua e dei partiti che lo hanno sostenuto».
L’ex presidente Bolsonaro ha lasciato il paese dal 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell’aereo presidenziale dell’Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti, rifiutando di tornare per consegnare a Lula la fascia presidenziale come vuole la prassi. Al momento non ha ancora condannato o commentato la situazione in corso.
Un’altra Capitol Hill
I video dei media locali mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, il piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono «stati rotti vetri delle finestre». I manifestanti sono giunti sul posto dopo aver sfondato un blocco delle forze di sicurezza al termine di una prevista manifestazione a sostegno dell’ex presidente.
Brasile, assalto al Congresso: i sostenitori di Bolsonaro entrano nel palazzo
Il pensiero corre al paragone con l’assalto al Campidoglio negli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021. «Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà – . ha scritto su Twitter il ministro della giustizia brasiliana Flavio Dino –. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia».
Brasile, assalto al palazzo del congresso: i sostenitori di Bolsonaro distruggono il palazzo
Le condanne
Il presidente del Senato brasiliano, Rodrigo Pacheco, ha ripudiato gli «atti di terrorismo» visti a Brasilia e ha affermato che i golpisti devono «subire immediatamente tutto il rigore della legge». Pacheco ha anche detto di aver parlato per telefono con il governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha, che lo ha informato che «sta concentrando gli sforzi di tutto l’apparato di polizia per controllare la situazione». Le forze di sicurezza del Distretto Federale sono impegnate insieme al contingente di polizia di cui dispone il Parlamento.
Il procuratore generale della Repubblica, Augusto Aras, ha affermato di «monitorare e accompagnare con preoccupazione gli atti di vandalismo», mentre il presidente della Camera dei Deputati, Arthur Lira, ha parlato di «attacco alla democrazia». «Il Congresso Nazionale non ha mai negato la voce a chi vuole manifestare pacificamente – ha scritto su Twitter – Ma non darà mai spazio a rivolte, distruzioni e atti di vandalismo».
O Congresso Nacional jamais negou voz a quem queira se manifestar pacificamente. Mas nunca dará espaço para a baderna, a destruição e vandalismo.
— Arthur Lira (@ArthurLira_) January 8, 2023
Il presidente del Cile Boric ha espresso il suo «pieno sostegno» al governo di Lula, così come il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente francese Emmanuel Macron. L’ambasciatore americano a Brasilia, Douglas Koneff, ha «condannato fortemente l’attacco alle istituzioni», così come il segretario di stato americano, Antony Blinken.
My absolute condemnation of the assault on the democratic institutions of Brazil.
Full support for President @LulaOficial Da Silva, democratically elected by millions of Brazilians through fair and free elections.
— Charles Michel (@CharlesMichel) January 8, 2023
Anche diversi esponenti della politica italiana stanno condannando quanto avviene in queste ore in Brasile. E in molti hanno chiamato in causa «gli amici di Bolsonaro» Conte e Salvini, e la stessa Meloni, chiedendosi cosa stiano aspettando a condannare gli atti di Brasilia. Il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli ha inoltre chiesto a Tajani di bloccare le procedure per la cittadinanza italiana ai figli di Bolsonaro.
Nel frattempo perfino Anderson Torres, segretario di sicurezza pubblica del distretto federale, ex ministro della giustizia e delle pubblica sicurezza del governo Bolsonaro, ha denunciato l’assalto al Parlamento, parlando di «disordine inconcepibile e inaccettabile mancanza di rispetto per le istituzioni».
«I manifestanti che a Brasilia hanno assaltato parlamento, presidenza e Corte suprema non rappresentano l’ex presidente Jair Bolsonaro» sostiene Valdemar Costa Neto, leader del Partito liberale a cui appartiene Bolsonaro, che parla di «un giorno triste per il Brasile: è una vergogna per tutti noi e non rappresenta il nostro partito, non rappresenta Bolsonaro».