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Il 2022 è stato l’anno del sesso mediocre

È come se ovunque rivolgessi lo sguardo, quest’anno, si parlasse di sesso mediocre.
Dai tweet ai libri ai podcast, si diceva – soprattutto le donne – che il sesso non era molto sexy ultimamente.

Non è certo stato il primo anno in cui se n’è parlato, ma il dibattito si è fatto più intenso nel 2022. Dato che abbiamo assistito alla fine di Roe v. Wade e alla nascita del “femminismo tradwife”, – che sembra rimpiangere le casalinghe tradizionaliste anni ’50 – non sorprende che si stiano esaminando in maniera più approfondita relazioni e sesso.

Passando in rassegna questo materiale, qualcosa sicuro coglie nel segno. Prendiamo ad esempio la seconda stagione del podcast The Second Circle, dedicata al sesso deludente. Nel corso di sei episodi, la giornalista e conduttrice Franki Cookney ha esaminato i motivi per cui fare sesso in modo soddisfacente può essere così difficile: dalla mancanza di educazione sessuale alla paura del rifiuto.

Molte discussioni sul sesso scadente, però, non hanno centrato l’obiettivo. Ad esempio, il libro Rethinking Sex di Christine Emba, che sostiene che dovremmo smettere di fare sesso occasionale per compiere l’atto, invece, solo quando si è innamorati. Il libro The Case Against the Sexual Revolution di Louise Perry spinge la stessa tesi, con una retorica anti-sessuale e anti-trans più spinta (la scrittrice britannica Helen Joyce, “gender critical”, ha recensito il libro, tanto per darvi un’idea). Oltre a trascurare le sfumature delle relazioni sessuali, sia Rethinking che The Case hanno anche trascurato il libero arbitrio femminile.

Poi c’è stato Bad Sex di Nona Willis Aronowitz, che è un’autobiografia femminista sulle esperienze della stessa Aronowitz più che un’analisi del fenomeno.

Quello che manca in questo minuzioso esame dedicato al sesso deludente è il riconoscimento che, in fondo, il sesso scadente è un problema sistemico. Non riceviamo un’educazione sessuale e ci vergogniamo quando lo facciamo. Non c’è da stupirsi che il sesso faccia schifo.

Non si dovrebbe più ignorare l’educazione sessuale

Quando parliamo di sesso mediocre, si intende il sesso consensuale che non si è rivelato soddisfacente. Anche se non è un’esclusiva degli incontri occasionali, di solito se ne parla in questo ambito. Sesso deludente non significa “sesso indesiderato”, ovvero sesso a cui si è acconsentito quando non lo si voleva fare.

La scarsità di educazione sessuale negli Stati Uniti non va sottovalutata, soprattutto quando si tratta di spiegare perché si faccia sesso male. Secondo il Guttmacher Institute, un’organizzazione di ricerca e orientamento in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi, a dicembre 2022 solo 28 Stati e Washington D.C. prevedevano l’educazione sessuale obbligatoria. Solo 17 Stati richiedono che l’educazione sessuale sia accurata dal punto di vista medico.

Questo è un disservizio per tutti gli americani, soprattutto se si considerano gli ampi benefici di un’educazione sessuale completa. Secondo l’istituto Guttmacher, un’educazione sessuale completa copre gli “aspetti fisici, biologici, emotivi e sociali della sessualità”, non solo la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e delle gravidanze. Decenni di letteratura hanno dimostrato che un’educazione sessuale completa porta a relazioni più sane, ad avere un minor numero di partner sessuali e migliora l’alfabetizzazione mediatica (parliamo di pornografia), per citare solo alcuni benefici.

Non c’è nulla di male nell’avere molti partner sessuali, se lo si desidera. Ma ci si scandalizza continuamente parlando di sesso occasionale e pornografia – in Rethinking Sex e The Case Against the Sexual Revolution, sui social media – e di come queste attività feriscano le donne, ignorando del tutto una possibile “soluzione” a queste preoccupazioni: insegnare ai giovani il sesso, le relazioni e la pornografia e metterli in grado di prendere le proprie decisioni.

Invece, questi libri condannano il porno e il sesso occasionale come prova che il movimento femminista ha avuto conseguenze negative. Un esempio particolare che Emba e Perry hanno citato è il soffocamento non consensuale durante il sesso, che – in assenza di consenso – è una violenza sessuale. È vero che questo tipo di soffocamento avviene e che la pornografia ha reso popolari e ha normalizzato simili pratiche. Ma non c’è soltanto questo.

Allora, perché si verificano certi comportamenti? Per Emba e Perry, è colpa del porno. Per molti giovani, però, il porno rappresenta una forma di educazione sessuale. A scuola non ricevono un’educazione sessuale completa e, anche se potessero riceverla, 35 Stati e Washington permettono ai genitori di far saltare ai figli queste lezioni.

Come ha scritto Rachel Thompson, giornalista di Mashable, in Rough, un libro sulla violenza sessuale, “la relazione tra porno e violenza sessuale è stata ampiamente studiata nel corso di vari decenni, a partire dagli anni ’70, ma gli accademici non sono arrivati a conclusioni unanimi. Una meta-analisi di diverse ricerche del 2020 ha sottolineato che non ci sono indicazioni che il porno non violento sia associato all’aggressione sessuale”.

I ricercatori hanno riscontrato un’associazione tra il consumo di porno e alcuni comportamenti, ma non è stata dimostrata l’esistenza di un nesso causale tra le due cose. Come ha detto Justin Hancock, esperto di educazione sessuale, a Thompson, “è possibile che l’attrazione per il porno dipenda da certi atteggiamenti che certe persone hanno, quindi è possibile che si verifichino dei cambiamenti di comportamento come risultato della visione del porno, come potrebbero anche non verificarsi”. E ha continuato: “Oppure chi è interessato al porno potrebbe mostrare certi atteggiamenti già di per sé”.

Viviamo in un luogo in cui il porno rappresenta una forma di introduzione al sesso, ma non viene mai impartita una lezione completa sul proprio corpo o sulla sessualità. Non ci insegnano cos’è il sesso indesiderato – quando si accetta di fare sesso anche quando non lo si desidera – né come parlarne, o comunicare quello che si desidera davvero.

E se i giovani apprendessero delle competenze di base sulla pornografia? Se sapessero che il porno è una forma di spettacolo, destinato all’intrattenimento, e non rappresenta il sesso reale?

A molti giovani non viene insegnato cosa sia il consenso, e neppure ricevono alcun tipo di informazione utile sul sesso. “Una ricerca condotta dal Sex Education Forum del Regno Unito ha rilevato che alla metà dei giovani non erano state insegnate situazioni realistiche in cui entra in gioco il consenso sessuale e che a più di un terzo non è stato insegnato nulla in materia di consenso sessuale”, scrive Thompson. In una ricerca statunitense del 2021 sulla diffusione dell’uso del porno da parte dei giovani per ottenere informazioni su come fare sesso, il 43% degli adolescenti e il 45% dei giovani adulti hanno dichiarato di non aver ricevuto informazioni utili sui rapporti da nessuna fonte nell’ultimo anno.

E se i giovani apprendessero delle competenze di base sulla pornografia? Se sapessero che il porno è una forma di spettacolo, destinato all’intrattenimento, e che non rappresenta il sesso reale (proprio come le scene di sesso nei film tradizionali)? E se i giovani avessero l’opportunità di informarsi sulle componenti emotive, sociali e fisiche del sesso prima di essere sessualmente attivi?

La misinformazione abbonda quando l’intrattenimento (il porno) viene usato come mezzo educativo. Prendiamo le scene BDSM: il porno spesso non fa vedere la parte in cui si tratta e si discute di consenso e si stabiliscono i limiti che si verifica prima dell’atto, né le precauzioni di sicurezza che vengono prese, né la parte di cura e assistenza, dopo. Tutti questi elementi sono essenziali nella comunità BDSM.

Cancellare il porno e rimproverare la gente, inducendola a pensare di dover fare sesso solo se si “ama” il o la proprio/a partner non ci libererà dal sesso indesiderato o deludente. Fornire un’educazione, invece, sarebbe un grosso passo in avanti per fare sesso meglio.

Femministe “trad” anti-porno

In The Case Against the Sexual Revolution, l’autrice fa delle generalizzazioni piuttosto perentorie sul sesso negativo e su quello che uomini e donne (cis, eterosessuali) desiderano. Gli uomini vogliono fare molto sesso, le donne cercano un unico partner che le ami. Se le donne desiderano fare sesso in maniera casuale, è perché hanno subito il lavaggio del cervello da parte della nostra società ossessionata dal sesso, ritiene l’autrice. In un intero capitolo dal titolo “Il sesso senza amore non è indice di forza”, l’autrice ci propina forzatamente questa tesi come se fosse il vangelo.

L’autrice poi confonde il sex work con lo sfruttamento sessuale, cosa assolutamente falsa. Il primo riguarda la scelta di lavorare nell’industria del sesso, il secondo è venire illegalmente forzati a farlo. Nel frattempo, i sex worker chiedono diritti, non di essere salvati.

Notizia dell’ultima ora: Le donne sono in grado di prendere delle decisioni proprie, anche se non vi piacciono.

Notizia dell’ultima ora: Le donne sono in grado di prendere decisioni proprie, anche se non vi piacciono. Possono decidere di diventare sex worker; di fare sesso senza essere innamorate; di essere soffocate durante il sesso. Possono perfino scegliere di guardare porno: il 29 per cento degli spettatori di Pornhub negli Stati Uniti nel 2022 sono state donne.

La reazione del fronte anti-porno sulla questione del libero arbitrio è che le donne sono state manipolate dal porno e, boh, dal femminismo di terza ondata. Ma questa insistenza conservatrice secondo cui loro conoscono le donne meglio di quanto le donne non conoscano sé stesse va a braccetto con il trend “tradwife”.

Le “tradwives” e “tradfeminists” (mogli e femministe tradizionaliste) sono persone, di solito donne bianche, che hanno un’idea “tradizionale”, cristiana dell’essere donna. Per le tradwives, una donna è sottomessa all’uomo. Il suo posto è prendersi cura del marito in termini di impegno domestico ed emotivo e di gratificazione sessuale.

Non solo le tradwives e i loro sostenitori ignorano la dura realtà delle casalinghe anni ’50, ma ignorano anche la scienza. Non ci sono differenze innate di genere che rendono le donne migliori per fare i lavori domestici o accudire i figli, ma gli uomini sfruttano la loro incompetenza come arma e si comportano come se fosse vero. L’incompetenza usata come arma si ha quando le persone, gli uomini in questo caso, dicono di non saper fare una cosa (o non sono bravi a farla) e così il peso di quel compito ricade su qualcun altro.

Infatti, l’uso dell’arma dell’incompetenza sta uccidendo la libido delle donne eterosessuali. Uno studio recente ha riscontrato che la divisione iniqua del lavoro domestico è associata ad un minore desiderio sessuale tra le donne che hanno partner maschili. Due fattori osservati dai ricercatori sono la percezione del partner come dipendente e della divisione dei compiti come iniqua.

Sesso scadente o niente sesso?

L’accanimento sul sesso occasionale è particolarmente assurdo se si considera che le persone, soprattutto i giovani adulti, non fanno molto sesso. Il 26% degli americani adulti non ha mai fatto sesso nel 2021, in base al General Social Survey, un’indagine annuale rappresentativa a livello nazionale. Recenti ricerche mostrano che si tratta di una tendenza che sta continuando: gli adolescenti e i giovani adulti fanno sesso meno frequentemente rispetto agli anni passati.

Le femministe anti-porno daranno la colpa al porno. Se è possibile che la facilità di trovare immagini sessuali immediatamente gratificanti possa ridurre la voglia di fare sesso nella vita reale, è riduttivo credere che questa sia l’unica ragione alla base di questa tendenza discendente. Uno studio del 2022 sulla frequenza dei rapporti sessuali che coinvolgono pene e vagina dal 2009 al 2018 ha suggerito molte altre ragioni, tra cui la diminuzione dell’uso di alcol, il fatto che si parli di più di consenso e l’aumento dell’identificazione di orientamenti non eterosessuali, tra cui l’asessualità.

Un’altra spiegazione è che i ragazzi non hanno i soldi per uscire con qualcuno o per vivere da soli, quindi, come succede a un quarto dei giovani, vivono con i genitori. Forse perché siamo ancora in pandemia.

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Oppure, nel caso siano informati riguardo al consenso, non vogliono fare sesso e basta. Guardiamo ai “puriteens” della Gen Z, che rifiutano il sesso occasionale non per una questione morale, ma per le ragioni di cui sopra, e/o perché non trovano soddisfazione nel sesso occasionale. (Sono dotati di libero arbitrio e decidono autonomamente?).

I giovani non fanno sesso perché c’è “internet”, o perché non abbiamo fornito loro gli strumenti per fare sesso in modo sano e soddisfacente? O il motivo è che sono nati in un mondo pieno di disastri – disuguaglianza economica, cambiamento climatico – e non c’è da stupirsi che non siano eccitati?

Anche molti di noi adulti non se la cavano granché meglio. Non abbiamo ricevuto l’educazione sessuale che meritavamo, anche noi abbiamo trattato il porno come uno strumento educativo e non come una forma di intrattenimento come in effetti è, perché non ne sapevamo molto di più.

I giovani non fanno sesso perché c’è “internet” o perché non abbiamo fornito loro gli strumenti per fare sesso bene, in modo sano e soddisfacente? O il motivo è che sono nati in un mondo pieno di disastri – disuguaglianza economica, cambiamenti climatici – e non c’è da stupirsi che non siano eccitati?

La spirale della vergogna

Un altro elemento che manca in molte discussioni sul sesso mediocre – a parte il podcast The Second Circle – è la vergogna. La vergogna è radicata nella nostra cultura in generale, soprattutto per quanto riguarda il sesso, anche se persone come Emba e Perry vogliono farvi credere che viviamo in una società “tutto è permesso”.

Quando si cerca di cancellare la sessualità o – nel caso dei conservatori religiosi – di confinarla al sesso coniugale, cis-etero, pene in vagina (P-in-V), i desideri al di fuori di questo schema diventano sporchi (non c’è da stupirsi che gli Stati della Bible Belt americana abbiano una frequenza più alta di ricerche di “porno” su Google). La vergogna aumenta se si appartiene a un’identità emarginata, ad esempio una persona queer, che magari qualcuno ha fatto vergognare per ciò che è e per il tipo di sesso che fa.

La vergogna ci fa sentire come se ci fosse qualcosa di sbagliato in noi; ci fa venire voglia di nasconderci. Una componente essenziale del buon sesso è la comunicazione, ma è difficile esprimere i propri desideri quando ci viene detto che loro, e noi, siamo sbagliati.

Il sesso è fatto per provare piacere e non c’è niente di male nel piacere. Anche con questa consapevolezza, tuttavia, la vergogna legata al sesso è difficile da estirpare. L’educazione rappresenta un primo passo, un altro è parlare di vergogna e di sesso. Se lo trovate particolarmente difficile, potete rivolgervi a un professionista nel campo della salute mentale. Potete anche leggere e guardare i consigli che seguono.

Come fare sesso bene

Fare sesso male è senza dubbio un problema, un emblema dei problemi della società, proprio come il fatto che un miliardario abbia comprato il social network che rappresenta in pratica la piazza pubblica dove poter discutere e l’ha fatto fallire.

Come tutti i mali della società, il sesso scadente non si risolverà da un giorno all’altro, e di certo non si risolverà facendo vergognare le persone. Allora, come possiamo migliorare la qualità del sesso?

Il primo passo, secondo me, è quello di guardarsi dentro. Indagare sul tipo di sesso che si vuole fare e con chi lo si vuole fare. Può essere utile parlarne con uno psicologo, soprattutto se avete subito un trauma. Una volta che sapete quello che volete e quello che non volete, i vostri desideri e i vostri limiti, parlatene con il vostro partner.

Se per caso non era già chiaro: ampliate la vostra educazione sessuale. Leggete libri come Come As You Are di Emily Nagoski e Becoming Cliterate: Why Orgasm Equality Matters – And How to Get It di Laurie Mintz.

Se siete più inclini a imparare visivamente, ci sono diversi siti con contenuti di tipo sessuale espliciti ma educativi. Un esempio è Beducated, una piattaforma con approfondimenti su una serie di argomenti sessuali, dal cunnilingus al BDSM. Per informarvi sul BDSM e sul kink, consultate Zipper Magazine.

La rubrica settimanale Come Again di Mashable, dedicata al sesso positivo, offre una serie di guide educative, (che vanno da come fare un ditalino, un cunnilingus, un pompino, una sega) con risposte complete e accurate a domande sulla salute sessuale, sui sex toys e altro.

Se volete saperne di più sull’alfabetizzazione al porno – e contribuire ad alleviare la vergogna che circonda l’argomento – c’è il corso gratuito How to Watch Porn di Lustery, una piattaforma porno per la condivisione di video da parte di coppie reali.

Gran parte del dibattito sul “sesso scadente” nel 2022 non ha approfondito i fattori sistemici che stanno alla base. Speriamo di avere discussioni più profonde – e di fare sesso meglio – nel 2023.

Articolo tradotto dall’edizione inglese di Mashable

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