
Lo sfogo a caldo di Marco Lanna nel post gara empolese è stato più che comprensibile e in larga parte condivisibile. Certo, affermare che qualcuno sta spingendo la Samp in serie B è tesi ardita anche perché difficilmente dimostrabile, ma è indubbio che in questo campionato la squadra blucerchiata abbia accumulato una serie di inequivocabili danni di provenienza arbitrale senza aver usufruito di un solo episodio discusso a favore. Possibile che ogni situazione in bilico sia stata archiviata con un danno per Audero e compagni?
Quanto accaduto all’ultimissimissimo sospiro del posticipo suona come una beffa atroce, come un’ingiustizia a livello di meriti ma anche un torto subìto. Le norme infatti vanno applicate ma anche interpretate con una buona fetta di razionalità. Verissimo che – nell’avvio dell’azione che ha condotto al pareggio targato Colley – Gabbiadini abbia impattato la sfera con il braccio, ma è tutto da dimostrare non solo che sia stato un atto volontario ma anche che il giocatore ne abbia tratto un vantaggio. E se anche il regolamento, qualora applicato fedelmente, può condurre all’annullamento, logica direbbe che la spinta inferta dall’empolese Luperto all’attaccante doriano era passibile di rigore. Asserire, come ha fatto qualche ex arbitro trasformatosi in opinionista, che sia stato Gabbia a “cercare” la gamba del difensore avversario è persino provocatorio.
Indispettisce, il giorno dopo, l’esternazione del Viperetta, che in pratica ha smentito il suo presidente dichiarando papale che uno sbaglio del genere ci può stare e non occorre ingenerare sospetti. Miglior occasione di cucirsi la bocca non gli poteva capitare. Nessuno riesce a consigliargli il silenzio oltreché un profondo esame di coscienza e una decisione che consenta alla Samp di mettersi in salvo? Le settimane passano, le imminenti assemblee degli azionisti rischiano fortemente di andare deserte e le scadenze economiche da onorare si avvicinano minacciose. Per ora, tra Ferrero e i potenziali acquirenti è un muro contro muro che non giova a nessuno, ma il redde rationem non potrà essere rinviato sine die.
Tornando al calcio giocato, soffermarsi ancora sulla classifica è una mossa tafazziana. Occorre andare avanti di partita in partita con un briciolo di ottimismo, sentimento suggerito dalla prestazione dei blucerchiati a Empoli. Ai punti il pareggio era strameritato e, forse, addirittura stretto, ma – al di là delle nefandezze arbitrali – nel football non è un giudice come nella boxe a decretare il risultato, ma il numero dei palloni finiti nel sacco. In quasi cento minuti la Samp ha concesso agli ispiratissimi toscani due sole conclusioni pericolose: una a fine primo tempo, con deviazione in spaccata di Satriano finita in curva, e l’altra ad inizio ripresa, costata la sconfitta. Su quel pallone calciato dalla bandierina verso la tonnara di centro area, Audero e i suoi difensori sono rimasti piantati per terra, intervenendo in ritardo. Gol evitabilissimo, dunque.
Sull’altro fronte il numero uno Vicario non ha mai potuto rilassarsi, in specie nella ripresa, dovendo in certi momenti affrontare un autentico bombardamento. Le sue qualità sono indiscusse, ma gli avanti doriani hanno contribuito a mantenerlo imbattuto denunciando ancora una volta uno scarso fiuto del gol, difetto d’altronde leggibile grazie al dato sconfortante legato al numero delle reti realizzate: appena otto. Roba da record europeo di anemicità.
Consoliamoci annotando che mai come lunedì la Samp ha impegnato il numero uno rivale, a conferma degli indubbi progressi in fase di costruzione e rifinitura. E qui occorre sottolineare l’apporto sostanzioso garantito nell’ultimo quarto di gara da Harry Winks, finalmente pronto al debutto nel campionato italiano. La sua prestazione è stata didascalica per lucidità, precisione, qualità assoluta. Un Ufo sceso in mezzo a giocatori (di entrambi i team) che parlano una diversa lingua calcistica. Resta solo da augurare al campione inglese qualche mese di piena salute: chi se non lui potrebbe prendere per mano i compagni e condurli al quart’ultimo posto?
PIERLUIGI GAMBINO