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Elezioni regionali, Mollicone: “il successo di Fdi non può che compattare il Centro/Destra”

Elezioni regionali, Mollicone (FdI): “la lettura dell’astensionismo come voto di protesta non la vedo, la vittoria è indiscutibile”

Elezioni-Regionali-Lazio-e-Lombardia-2023 Foto di Matteo Bazzi / Ansa

Federico Mollicone, onorevole Fratelli d’Italia, è intervenuto nello Speciale Elezioni condotto da Gianluca Fabi e Aurora Vena in onda su Cusano Italia Tv. “È un risultato che ci aspettavamo per quanto la bassa affluenza non debba avere una lettura politica, ma di buon senso: gli italiani sono un popolo che ragiona per buon senso. Invece di unire election day, hanno forzato fino all’ultimo e sono arrivati a febbraio. Bisogna ripensare i momenti elettorali e capire che si deve fare un election day, votare è un diritto ma anche un dovere. La lettura dell’astensionismo come voto di protesta non la vedo. Il riconoscimento della vittoria è indiscutibile. Si tratterà di capire con quanto margine Rocca e Fontana hanno vinto. Gli indici economici sono in ripresa, vogliamo portare ottimismo nella regione Lazio”, rimarca Mollicone. “Il distacco andrà ad incidere nella tenuta della maggioranza? Credo che ci siano state varie fasi. Credo che ci siano state diverse fasi trainanti, ora è il turno di fratelli d’Italia. C’è bisogno del centrodestra”, evidenza.

Riguardo ai rapporti di forza all’interno della maggioranza.  “Siamo sereni. FDI nasce nel 2013 dallo zero percento. Una scommessa con una piccola grande donna e i militanti. Abbiamo fondato un partito senza paura. Tutti ridevano e ci prendevano come inguaribili romantici. In politica bisogna avere coraggio di rischiare tutto per tutto. Una leader come Giorgia è la prima nella storia della Repubblica, la sinistra fa difficoltà a trovare un candidato. Noi siamo dalla parte della meritocrazia, Giorgia lo dimostra. Questo non può fare altro che compattare la coalizione”, evidenza.

“Fermo restando che Berlusconi merita sempre rispetto perché ha fondato il centro destra. Contano i fatti in politica, e al governo contano i voti. I voti sull’Ucraina sono sempre stati favorevoli. Berlusconi può fare e dire quello che crede, ma ci sono meloni e Tajani che hanno ruoli in merito. Non è che c’è la guerra perché Zelensky ha attaccato Donbass. Fin quando Putin parlava con alcune nazioni e altre no, l’Italia aveva buoni rapporti con Putin. Poi è successo l’impensabile e quando passi dalla diplomazia ai carri armati questo è quello che succede. C’è in ballo la difesa dell’Europa, la questione è seria. È arrivato il momento storico di una NATO europea che sia alleato della NATO atlantica. C’è bisogno di una NATO riformata che stabilisca le difese dall’Europa. L’errore dei governi di centro sinistra è stato unirsi sotto il punto di vista economico ma non geopolitico. Se ci fosse stata forza europea, Putin non avrebbe attaccato l’Ucraina. Purtroppo un’Europa debole ha permesso a Putin di fare il blitz. Sono il primo a credere nella diplomazia ma bisogna capire quello che è successo e come è successo”, conclude.

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