Consulta su vaccini: “Riconosciuto il rilievo costituzionale della salute come interesse della collettività”.
“Le tre sentenze depositate oggi dai Giudici della Corte Costituzionale in materia di obbligo vaccinale costituiscono un grande riconoscimento delle ragioni della scienza e della tutela della salute collettiva”. Così il presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commentale decisioni della Consulta in merito all’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari.
“Le ragioni della scienza sulla efficacia dei vaccini per la protezione della popolazione sono state riconosciute – continua Anelli – così come sono state testimoniate dalla adesione della stragrande maggioranza degli italiani, che si sono sottoposti alla vaccinazione, e dai 470000 medici e odontoiatri italiani che hanno adempiuto all’obbligo vaccinale: il 99,2%, ossia la quasi totalità. La Corte ha ritenuto infatti che la scelta assunta dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possa ritenersi né irragionevole né sproporzionata. E questo alla luce dei dati epidemiologici e delle evidenze scientifiche disponibili”.
“La Corte – spiega Anelli – ha ribadito con chiarezza che l’articolo 32 della Costituzione affida al legislatore il compito di contemperare il diritto alla salute del singolo con il coesistente diritto degli altri e quindi con l’interesse della collettività. E che la tutela della salute implica anche il «dovere dell’individuo di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’eguale protezione del coesistente diritto degli altri». E ciò in considerazione del «rilievo costituzionale della salute come interesse della collettività», in nome del quale «quindi della solidarietà verso gli altri, ciascuno può essere obbligato, restando così legittimamente limitata la sua autodeterminazione, a un dato trattamento sanitario, anche se questo importi un rischio specifico». Di fronte alla situazione epidemiologica in atto, al carico dei sistemi sanitari, tenendo conto dei dati sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, la scelta di prevedere per i sanitari il requisito della vaccinazione appare pienamente rispettosa dei principi di idoneità, necessarietà e proporzionalità”.
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