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Barriere fonoassorbenti sulla ferrovia a Chiavari, anche la Regione dice no al progetto – Genova 24

Chiavari. Anche dalla Regione arriva un altolà al progetto delle barriere fonoassorbenti sulla ferrovia a Chiavari, alte 7 metri ed estese per 3 chilometri di linea. L’assessore alle infrastrutture e ambiente Giacomo Giampedrone, rispondendo a una serie di interrogazioni in Consiglio regionale, ha spiegato che l’8 novembre 2022 è stata indetta la convocazione della conferenza dei servizi dove ci sarà un confronto sul tema, in quanto quella è la sede in cui la Regione è chiamata ad esprimere i pareri sugli aspetti urbanistici, paesaggistici e idraulici, e ha assicurato che non mancherà la valutazione negativa rispetto a questa proposizione progettuale.

L’assessore ha poi ricordato che il piano che prevede queste installazioni è stato approvato da Rfi nel 2004 e conteneva la realizzazione di barriere fonoassorbenti anche nei territori di Genova, Spezia, Albisola Superiore, Pietra Ligure, Vezzano, Sarzana, Varazze e Recco. Giampedrone ha ribadito la necessità che l’installazione di queste barriere sia la meno impattante possibile nei confronti dei cittadini.

“Condividiamo la necessità di cercare soluzioni per mitigare i disagi causati dall’inquinamento acustico laddove si verificano, ma in questo caso siamo alla follia: abbiamo già avuto modo di rilevare che la soluzione proposta da Rfi non è ricevibile perché avrebbe un effetto devastante sul territorio sia da un punto di vista ambientale che paesaggistico, senza contare le ripercussioni negative sul valore degli immobili interferiti. Abbiamo dunque chiesto alla Regione di riferire sull’opera e soprattutto di chiarire se progetti di questa portata sono previsti anche per altri comuni liguri, da levante a ponente – commenta il capogruppo del M5s in Regione, Fabio Tosi -. La risposta dell’assessore competente ci soddisfa perché accoglie le istanze dei cittadini e dunque le nostre osservazioni. Tuttavia, segnaliamo che non basta sospendere l’iter progettuale come lo conosciamo: questo semmai va rigettato e vanno cercate soluzioni capaci di mitigare l’impatto acustico, come rilevato dal M5s anche a livello parlamentare con un’interrogazione dedicata. Penso ad esempio alle soluzioni tecnologiche capaci di determinare un miglioramento e un risanamento acustico: esistono infatti sistemi più silenziosi già adottati in altri paesi dell’Unione europea”.

“No al muro di Berlino”, va all’attacco il consigliere Ferruccio Sansa. “Le Ferrovie dello Stato sono una società pubblica. E devono avere come primo obiettivo l’interesse dei cittadini (viaggiatori e non). Non possono comportarsi come uno Stato sovrano e intoccabile. Esistono ormai soluzioni per ridurre drasticamente il rumore dei treni senza costruire una specie di muro di Berlino davanti alle finestre di migliaia di abitanti. Per non dire di quello che vedono dai finestrini i viaggiatori lungo una delle più belle ferrovie d’Europa. E per tacere dell’impatto ambientale. Le ferrovie (pubbliche) hanno il dovere di trovare la soluzione migliore per ridurre il rumore che provocano i loro treni senza, però, devastare il paesaggio e senza danneggiare la vita delle persone (riducendo, per esempio, il valore delle case)”.

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